Boris Pasternak, Quando rasserena – Dialogo su Boris Pasternak con Alessandro Niero, Pangea, 29 giugno 2020

“SCOPO DELL’ARTE È DONARE SE STESSI, NON CLAMORE O SUCCESSO”. DIALOGO SU BORIS PASTERNAK CON ALESSANDRO NIERO

 

[…]

Credo che la parabola lirica di Pasternak si sia chiusa solo con la sua morte. Non immagino un Pasternak totalmente svincolato dal suo essere agganciato all’universo tramite la scrittura in versi (anche se l’ultimo grande progetto a cui lavorava era, a dire il vero, un’opera teatrale: La bellezza cieca). Anzi, mi sarebbe piaciuto percorrere criticamente il sottile crinale di gusto e di talento che comunque avrebbe separato Pasternak dai suoi colleghi coevi (almeno nell’ambito della poesia ufficiale), fin da subito ben disposti verso una poesia intesa come programmaticamente veicolabile a (e condivisibile con) un pubblico ampio e, anche, “popolare”. Quanto al rapporto con Il dottor Živago, riprendo – di nuovo – alcune mie suggestioni. Se consideriamo che Jurij Živago, “fratello letterario” di Pasternak, elabora, senza sbandierarlo, uno status da superbo dilettante, quasi un contegno da anti-poeta sideralmente lontano dalla comunità/consorteria letteraria, mi vien da pensare che, in Quando rasserena, è come se Živago fosse idealmente uscito dalla pagina, smettendo la sua natura di alter ego, per ricongiungersi con il suo creatore, Boris Leonidovič Pasternak, per irrorarne l’estrema, preziosa fatica.

[…]

 

Per leggere tutta l’intervista: http://www.pangea.news/pasternak-intervista-niero/