«Il dio o gli dei hanno ben poco a che vedere con le Chiese. E a guardare bene, quelle sono quasi sempre la negazione di questi.» Javier Marías. Faranno di me un criminale.
“L’amore e la tabe” è un libro eclettico, nel quale l’autore ci sa condurre con profitto nei mille rivoli circolanti di una meditazione lirica tra i poli estremi di amore e morte, attraversandone le numerose regioni intermedie che volta a volta incontra.
“La voce a te dovuta” (1933) inaugura una trilogia amorosa che troverà poi ulteriore sviluppo in “Ragioni d’amore” (1936) e nel postumo “Lungo lamento”.
Il libro tiene fede alla bellezza e al molteplice significato del suo titolo, in quanto anche questo terzo libro di Mignano è pieno di “nunc” e di “hic”. (Dalla prefazione di Rossano Pestarino)
Se il demone inquieto è per ciascuno il proprio modo di essere, il libro cerca di venirne a capo, scovando il filo conduttore che lega l’esserci in mezzo a tante cose nello scorrere dell’esistenza, trascorsa come un Ulisse che vaghi per il mondo…
Nella complessa densità di questa nuova raccolta di Joy Harjo, il viaggio fisico “in questo paese terrificante di bellezza” conduce il lettore in un percorso ancora più preciso attraverso la storia indiana.
Un’opera compatta nel segno alto e aperto della compassione. Compassione come patire insieme, come condivisione, qualità del portarsi dall’altra parte e nella misura più estesa travalicando l’umano e il creaturale per farsi anima del mondo.
«Mai, Signore, la morte / mi ha fatto assaporare tanta vita»: si apre così il nuovo libro di Emilio Coco, poeta dei luoghi e degli affetti, che tanto ci aveva commosso anni fa con i versi in mortem per l’amatissimo fratello.
I primi cigni neri, visti a Lesina negli intervalli di una piccola gara podistica sul lungolago, segnano l’avvio di un’esperienza di due anni con i ragazzi del Centro di igiene mentale, in provincia di Foggia.