Fuoco fatuo

Drieu La Rochelle

Passigli Narrativa

traduzione di Maurizio Ferrara

Anno :2024

Pagine :128

Prezzo :14,00€

ISBN :9788836820450



 

Agli inizi di novembre del 1929, a poco più di trent’anni, si suicidava Jacques Ri­gaut. Lo scrittore stava ancora tentando di disintossicarsi dall’alcool e dagli stupefa­centi, ma il suo suicidio era un destino cui pareva impossibile sottrarsi. In altri tem­pi aveva ancora potuto scrivere: «Non ci sono ragioni per vivere, ma neppure per morire. La sola maniera che ci resta per te­stimoniare il nostro sdegno verso la vita è accettarla». Ma il tempo per lui era ormai venuto, e il suo suicidio venne eseguito con estrema cura, dalla scelta dei vestiti, alla cravatta intonata e ben annodata, allo scrupolo di non commettere errori pren­dendo le misure con un righello per essere sicuro che la pallottola centrasse il cuore.
Drieu La Rochelle era amico di Rigaut e quella morte fu per lui un colpo mol­to profondo. Rigaut era già entrato nelle opere di Drieu quando ancora era vivo, nel racconto "La valigia vuota" del 1921; dopo la sua morte, divenne il protagonista dell’abbozzo narrativo "Adieu à Gonzague", ma, soprattutto, costituì il modello del ro­manzo "Fuoco fatuo" (1931), che resta pro­babilmente il suo capolavoro. Rigaut torna qui nei panni di Alain, drogato, scrittore fallito, dandy perennemente squattrina­to; il romanzo ne segue l’ultima parabola, nell’arco di un giorno e di una notte, un breve, intensissimo pellegrinaggio per le vie di una città sempre più deserta, alla ricerca disperata di un appiglio per conti­nuare a vivere; così quest’ultimo atto della vita di Alain si apre ad altri personaggi, al­le donne, agli amici, nei quali Alain vede ciò che a lui manca o forse non è mai sta­to dato, la sua analisi è impietosa quanto lucida, e il senso di diversità si trasforma sempre più in un senso di separazione cui ormai è inutile tentare di opporre un rime­dio: «Il suicidio è la risorsa degli uomini la cui molla è stata corrosa dalla ruggine, la ruggine dell’esistenza quotidiana… Il sui­cidio è un atto, l’atto di chi non è riuscito a compierne altri». Quattordici anni più tardi sarebbe toccato allo stesso Drieu di compiere quello stesso tragico tragitto.

 

Figura decisamente controversa, la fama letteraria di Pierre Drieu La Rochelle (Pa­rigi, 1893-1945) è stata alquanto oscurata dall’atteggiamento collaborazionista da lui assunto durante l’occupazione tedesca del­la Francia. Ma Drieu La Rochelle, anche politicamente, non era soltanto questo, e basta considerare il suo saggio su "L’Europa contro le patrie" (1931), nel quale abboz­zava una sua originale teoria di Europa federale che potesse contrapporsi al decli­no del continente, per avere un’idea della complessità, pur contraddittoria, della sua posizione di intellettuale in un’epoca di grandi rivolgimenti storici. Ma al di là di questo, Drieu La Rochelle è stato anche, soprattutto, uno scrittore di prim’ordine che ha lasciato opere importanti, come, oltre a "Fuoco fatuo", "Memorie di Dirk Ra­spe", "La commedia di Charleroi", "Diario di un uomo tradito" e, pubblicati in questa stessa collana, i romanzi "L’uomo pieno di donne" e "Strano viaggio".