Ho una cosa da dirti

Thomas Wolfe

Passigli Narrativa

traduzione di Luca Merlini

Anno :2014

Pagine :144

Prezzo :14,50€

ISBN :9788836814244

Opera postuma di Thomas Wolfe incentrata sul personaggio autobiografico dello scrittore George Webber, Ho una cosa da dirti è la storia di una disillusione che segnerà profondamente la vita del grande scrittore americano. Fervente ammiratore della cultura e del popolo tedesco, George Webber - così come Thomas Wolfe nella realtà - si concede, dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo, una lunga vacanza in Germania, dalla quale manca da molto tempo. E' il 1936, l'anno delle Olimpiadi, tre anni dopo la vittoria elettorale di Hitler e il famoso 'patto con i tedeschi'. Ciò che George legge sulla Germania nella stampa internazionale lo inquieta, ma non vi crede del tutto: ritiene che la stampa esageri sempre, che la Germania degli anni precedenti fosse finita in un caos che sembrava irresolubile e che non sia possibile che un popolo tanto civile si sia sottomesso a una dittatura...

Il primo impatto con Berlino è consolante: una città ordinata e bellissima, un'atmosfera culturale viva, una popolazione apparentemente felice. Ma presto George avverte piccoli segnali: un'atmosfera reticente, un sentimento generalizzato di paura, l'indisponibilità della gentead affrontare certi argomenti. George è sconcertato: la grandiosa organizzazone delle Olimpiadi testimonia di un paese dalle eccezionali possibilità, la qualità e l'internazionalità dell'editoria tedesca la confermano ancora la migliore d'Europa, Berlino è tutt'ora una città multiculturale... Certo, ma d'altro canto il fervore quasi religioso delle enormi folle che attendono il passaggio del Fuehrer che si reca o torna dallo stadio olimpico tra due file ininterrotte di soldati, il racconto inquietante delle difficioltà dell'amico Heilig di fronte a leggi assurde che incidono sulle libertà fondamentali dei cittadini...

Queste realtà contraddittorie si ricomporranno definitivamente agli occhi di Georgequando in treno, nel viaggio di ritorno verso Parigi, l'arresto di un ebreo e i commenti degli altri viaggiatori gli renderanno evidenti non solo la durezza del regime, ma anche la generale adesione al nazismo della maggioranza dei tedeschi. Questa esperienza segnò profondamente Thomas Wolfe che, appena tornato in patria, volle pubblicare Ho una cosa da dirti sulla rivista "The New Republic" per far conoscere agli Stati Uniti il pericolo della Germania hitleriana. Wolfe aveva capito: appena due anni dopo, la Notte dei Cristalli, tre anni dopo l'invasione della Polonia e l'abisso in cui sprofondò l'Europa.

Thomas Wolfe (1900-1938) è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi scrittori degli anni Trenta e ha largamente influenzato Jack Kerouac e la Beat Generation. Morto poco dopo il grande successo di Angelo, guarda il passato, il resto della sua opera è stato raccolto, postumo, con il titolo You can’t go home again, da cui proviene anche Ho una cosa da dirti, inedito in Italia.