Amazzonia madre d’acqua

Marcia Theophilo

Passigli Poesia

Anno :2007

Pagine :176

Prezzo :15,00€

ISBN :978-88-368-1093-2



Premio "Sandro Penna" 2008.

«Nel mio lavoro ho cercato di fare una fusione fra memoria emotiva e culturale, tra poesia e documentazione, tra mondo arcaico e contemporaneo. Penso che senza la poesia non si possa raggiungere l’anima della foresta. Non a caso sono poeta antropologa. L’ultima catastrofe provocata in Amazzonia è un crimine contro la natura che ha le dimensioni di una tragedia. La biodiversità, le varietà di specie viventi, gli esseri umani e quelli che vivono nell’invisibile, le divinità e i miti si trasformano l’uno nell’altro. Anche la nostra cultura sparirà come le nostre parole. La terra è un organismo vivente di per sé, capace di generare la sua autodifesa. La foresta tropicale costituisce un ambiente biologico estremamente denso e vario sia per le sue forme di vita che per l’interazione esistente fra di loro. Una delle prime e fondamentali difese di questo patrimonio di vita è quella di studiare, documentare e inventariare questa biodiversità per conoscere tutto quello che c’è attualmente e quello che ancora potrà essere preservato. Sono consapevole che la scienza accresce la conoscenza e sviluppa le potenzialità umane. Ma sappiamo anche dell’esistenza di pessimi consiglieri, uomini politici e potere economico, che dirigono un governo diverso da quello delle varie democrazie del mondo. Questi tendono a spingere la scienza e lo sviluppo verso interessi di un mercato oscuro e tragico. Fino a poco tempo fa la cultura occidentale poneva l’essere umano come padrone della natura dandogli il diritto di manipolarla a suo piacimento. È un sogno di ogni potenza da cui si sta svegliando l’umanità: l’uomo non è al di sopra della natura ma parte del suo insieme. Con la mia poesia cerco l’origine antica del nome degli animali, degli alberi, dei miti e dei fiumi. Ascolto la mia memoria e fra i suoi meandri ricerco delle parole che abbiano il suono e il significato delle cose dette dai popoli antichi della foresta. Scrivo queste parole e questi suoni e ad essi seguono sogni e sentimenti di estasi, ma anche di terrore e abbagli. Il Rio delle Amazzoni è come un grande albero disteso con i suoi rami d’acqua e questo mio libro è un inventario dei fiumi della foresta. Ogni poesia di questa mia nuova raccolta è dedicata ad un fiume dell’Amazzonia. L’acqua ricopre il settantatré per cento della superficie terrestre, per un volume di quasi due miliardi chilometri cubi. Costituente fondamentale degli organismi viventi forma per oltre il 60% il corpo umano. È forse proprio per questo, perché l’acqua è vita, che ancora oggi continuiamo a cantarla, ma con un canto diverso, disperato e accorato, perché non più rivolto alle fresche sorgenti, alle fonti d’acqua pura, chiara e limpida, ma a una distesa oscura e torbida, fosca e inanimata, resa tale dall’uomo che, con essa, uccide la sua stessa vita».
Marcia Theophilo

 
Marcia Theophilo è un nome ormai famoso per chi segue le vicende della poesia contemporanea e non solo. Residente a Roma da tanti anni, è stata amica di alcuni dei più grandi poeti del Novecento, da Rafael Alberti a Mario Luzi; candidata più volte al premio Nobel per la Letteratura, si è sempre battuta in prima persona per i diritti, non solo dei popoli dell’Amazzonia, ma anche degli animali, delle piante che popolano quella leggendaria e così importante regione, sempre a rischio di essere definitivamente annientata dalle violenze e dagli interessi dei vecchi e nuovi colonizzatori. Come poeta, Marcia Theophilo ha fra l’altro pubblicato recentemente sempre con la Passigli la raccolta Amazzonia respiro del mondo, già alla seconda edizione.