Pioggia di sangue

Michael Dibdin

Passigli Narrativa

Traduzione di Anna Pia Fantoni

Anno :2004

Pagine :268

Prezzo :15,50€

ISBN :978-88-368-0838-0



Il libro:
Quello che Aurelio Zen ha sempre paventato, il trasferimento in Sicilia, accade davvero. E davvero a Zen saranno necessarie tutta la sua abilità e la sua astuzia per sopravvivere in un contesto nel quale regole non scritte trovano la loro applicazione con una violenza incredibile, e nel quale un passo falso può risultare fatale.
La scoperta di un cadavere non identificato e semidecomposto sigillato in un vecchio vagone ferroviario segna l’inizio dell’inchiesta più difficile di Aurelio Zen. Ambientato soprattutto a Catania, Pioggia di sangue mette in scena l’Aurelio Zen più avvincente e drammatico della serie.

L'autore:
Michael Dibdin, nato in Inghilterra e residente negli Stati Uniti, ha abitato a lungo in Italia, le cui diverse città sono il teatro dei suoi thrillers, incentrati sul personaggio di Aurelio Zen, poliziotto scettico e disincantato che ha conosciuto enorme successo in tutto il mondo. Pubblicato da editori di grande letteratura quail Faber&Faber, Calmann-Lévy, Random House, è oggi uno degli autori più amati dal pubblico internazionale.
Pioggia di sangue è il sesto romanzo di Dibdin pubblicato dalla Passigli Editori, dopo Laguna morta ambientato a Venezia, Vendetta d'annata che si svolge in Piemonte, Cabala ambientato a Roma, Nido di topi e Così fan tutti, che si svolgono rispettivamente a Perugia e a Napoli. E' morto nel 2007.

Il brano:

«Il nocciolo del problema, in quei primi giorni, quando tutto sembrava limpido come il mare all’alba, era la questione di dove, come e quando, di preciso, il treno era stato creato e modificato.
Solo molto più tardi Aurelio Zen era riuscito a capire che il treno l’avevano ‘creato’ in tutt’altro senso e che, anzi, non era mai realmente esistito.
A quel tempo, le conclusioni erano parse concrete come il treno stesso: una serie di quattordici vagoni merci, in quel momento messi in isolamento su un binario morto nel groviglio di rotaie che circonda le rimesse in piazza delle Americhe, sulla costa al nord del centro di Catania. Il luogo in cui era stato rinvenuto il corpo rientrava nel territorio di competenza della Provincia di Catania, e di conseguenza si trovava sotto la giurisdizione delle autorità di quella città. E fin qui, tutto bene. Da un punto di vista burocratico, comunque, il problema cruciale era dove e quando era stato commesso il crimine, ammesso e non concesso si trattasse di un crimine. Come tutti coloro che vi si erano trovati coinvolti avrebbero scoperto molto presto, nessuno di questi punti si sarebbe dimostrato di soluzione veloce e semplice…»