Uscito nel 1921, “Viva Caporetto!” offre un’ine-dita chiave di lettura della celebre disfatta: secondo Malaparte, infatti, la responsabilità non era da attribuire ai soldati, ingiustamente accusati di viltà dal generale Cadorna, ma all’incompetenza del Comando Supremo.
Questo scritto costituisce non solo un reportage di grande fascino, ma l’occasione per comprendere un passaggio ancora non sufficientemente esplorato della nostra breve esperienza coloniale.
È in queste pagine che per la prima volta si rivela la straordinaria capacità di Malaparte di cogliere il lato morboso e inquietante dell’esistenza umana, visto nel suo aspetto più appariscente
Progettato e iniziato nel 1931, abbandonato nel periodo del confino e ripreso più volte negli anni successivi sino al dopoguerra, Muss offre una chiave per comprendere l’evoluzione del pensiero di Malaparte nei confronti del fascismo.