«Il dio o gli dei hanno ben poco a che vedere con le Chiese. E a guardare bene, quelle sono quasi sempre la negazione di questi.» Javier Marías. Faranno di me un criminale.
Con “L’assassinio di via Belpoggio” (1890), che precede di due anni il primo dei suoi grandi romanzi, “Una vita”, Svevo ci offre una narrazione intensa e serrata che rappresenta uno dei primi esempi di “noir” psicologico della letteratura italiana.
Un racconto apertamente autobiografico, ma in cui si avverte appieno lo Svevo della maturità, e si respira una disincantata e pur dolente partecipazione che fa pensare alla poetica di Saba.
Il vizio, o il piacere di fumare hanno sempre accompagnato la vita e l’opera di Svevo, come appare da questa raccolta di suoi scritti che hanno come loro centro appunto il fumo.