Dopo l’allegria
Melo Freni
Passigli Poesia
Il libro:
«L’incontro con la poesia di Freni offre al lettore la prova della vitalità del genere letterario, che perde per altri modi catastroficamente il numero dei frequentatori. Un lettore non prevenuto non può non ammirare il respiro naturale di questi versi, la genuinità della dizione che rende impossibili accuse di retorica, di affettazione…
Per quanto sia larga la sua geografia poetica, per quanto lontani dalla sua terra d’origine siano i luoghi da lui evocati, Freni non perde mail il contatto con le proprie radici, conscio di dovere il meglio di sé a quel ‘giardino di Hamdis’ al quale ha dedicato anni fa un libro omonimo di saggi, a ‘isole mare e valli di scirocco / tirati al passo della calmeria / come Antonello li vide nei colori / del sogno veneziano’…
Freni non è di quei poeti che si chiudono nel soliloquio. L’elemento essenziale della sua poesia costituisce il fatto che essa è aperta a chi è sensibile alla parola poetica, come ebbe a sottolineare Mario Luzi, a chi ne ha bisogno; i suoi versi sono rivolti a un interlocutore indipendentemente dal fatto che contengano il ‘tu’ oppure il ‘voi’…
Quanto alle ‘piccole cose della vita’, l’universo poetico di Freni è popolato più di fenomeni che di oggetti, ma gli oggetti (la lanterna, le croci, la rosa, le gomene) quando ci sono assumono il ruolo di veri e propri segni. La comunicazione con la realtà arricchisce l’esperienza interiore, apre al poeta orizzonti sempre nuovi.»
dalla prefazione di Evghenj Solonovic
L'autore:
Melo Freni è nato a Barcellona in Sicilia nel 1934 e vive a Roma. Ha pubblicato sette romanzi e quattro raccolte di poesie. In molti si sono occupati della sua opera, fra i quali ricordiamo Rafael Alberti, Glauco Camion, Ruth Feldman, Mario Luzi, Leonardo Sciascia, Evghenj Solonovic.
Il brano:
«Comu a lu tempu di li saracini
allarmi allarmi la campana sona
non scimitarri, fami
ogni matìna
scafi e gummuni sbarcanu ‘a marina.»