L’istante fatale
Raymond Queneau
Passigli Poesia
Il libro:
Autore di un’opera singolare che non cessa di stupire i suoi lettori; personalità eclettica per eccellenza che – come ricorda Fabio Scotto nella prefazione a questo volume - «sempre affiancò agli interessi dominanti per la letteratura, la filosofia e le scienze anche passioni più ludiche, come quelle per il biliardo, gli scacchi, la boxe, il judo e il jazz»; raro e prezioso cultore di letterature cosiddette 'minori' che inseguì e promosse nel piano dell’importante Enciclopedia da lui inventata e diretta per Gallimard, Raymond Queneau (1903-0976), anche e proprio in virtù di questa sua 'atipicità', resta una presenza focale all’interno del secolo da poco concluso.
Se è stata la sua opera narrativa a dargli la più diffusa celebrità – da Esercizi di stile (1947) a Zazie nel métro (1959), a I fiori blu (1965) – la sua opera poetica ha continuato a svilupparsi parallelamente a questa nel corso degli anni, in una sorta di «relazione osmotica» che, da un lato, come scrive ancora Scotto, appare «piuttosto rara negli autori coevi», ma che dall’altro ci attrae oggi come primo, sicuro segno della modernità di questo «scrittore vero» (Carlo Bo).
Il brano:
«Per tutta la vita fu immerso nel sego
Nove mesi di ventre: egli fu
poi ha poppato
la classe e il servizio militare
l’ostia e la carta alimentare
la pa e la grande pa-
ternità
l’onestà
novantanove anni d’agonia
Egli fu
Egli è stato»
da Monumento per un uomo inutile