La guerra nelle montagne

Impressioni del fronte italiano

Rudyard Kipling

Le Occasioni

Anno :2006

Pagine :72

Prezzo :7,50€

ISBN :978-88-368-1020-8

 



Il libro:
Pubblicato nel pieno della guerra, nel 1917, e quindi in un certo senso volutamente elogiative del nostro sforzo bellico e organizzativo, queste 'impressioni' di Rudyard Kipling dal fronte italiano restano uno straordinario documento in presa diretta della vita al fronte di quei giorni. Kipling, che già aveva ottenuto il premio Nobel per la letteratura nel 1907, proprio all'inizio della Prima guerra mondiale aveva ricominciato a svolgere l'incarico di corrispondente di guerra, prima sul fronte occidentale, poi su quello italiano; e questa guerra gli causerà il dolore più grande della sua vita, la perdita dell'unico figlio maschio John, arruolatosi volontario e dato per disperso nel 1915. Se dunque queste 'impressioni' conservano il valore del reportage giornalistico ad uso dei giornali alleati (che abbiamo voluto peraltro mantenere riproponendole proprio nella traduzione italiana dell'epoca: Milano, Casa Editrice Risorgimento, 1917), la loro importanza si deve anche e soprattutto all'autorevolezza del cronista, che descrive con dovizia di dettagli un tipo di guerra tutta particolare quale la guerra di trincea in montagna; ma che non rinuncia a indagare più a fondo, per scoprire il carattere di quei soldati italiani che, provenendo da un popolo ancora contadino abituato a piegare la montagna alle proprie esigenze agricole, sono capaci più di altri a sfruttarla mirabilmente anche a fini bellici. Di qui l'attenzione e l'ammirazione dell'autore per quelle grandi opere - strade, gallerie, trincee - che sono state tanta parte di quel lungo calvario che fu, per tutti, la guerra di posizione nelle nostre montagne.

Il brano:

«Quando raggiungemmo la grande pianura veneta, presso il Quartier Generale dell'Esercito, i fronti italiani ci furono spiegati con una chiarezza che rendeva inutili le carte topografiche."Abbiamo tre fronti - disse la mia guida -: sul primo, quello dell'Isonzo, che è la strada che conduce a Trieste, le nostre truppe possono procedere, sebbene tra grandi difficoltà. Sul secondo, quello del Trentino, al nord, dove il nemico è più vicino alle nostre pianure, le nostre truppe debbono arrampicarsi. In ogni altra parte esse debbono pure inerpicarsi e fare dell'alpinismo; lo vedrete". […]»