Nonostante
1999-2004
Luciano Luisi
Passigli Poesia
Il libro:
È stato soprattutto Geno Pampaloni, in anni ormai lontani, ad attirare l’attenzione sul «fondo religioso» della poesia di Luciano Luisi; e si può dire senz’altro che questo fondo – che permea tutta la sua precedente produzione lirica, ma come trama quasi nascosta – solo in quest’ultima raccolta viene più decisamente allo scoperto; e proprio nel momento in cui Luisi sceglie una delle più rigorose e classiche forme chiuse, il sonetto, per riflettere e riflettersi nella sua storia personale. Un approdo tutt’altro che esteriore, dunque; quasi il coronamento, invece, di un lungo viaggio poetico ed esistenziale che ora, «nonostante / io sia già sulla soglia», rilancia le istanze di una poesia per nulla incline ai clichés negativisti della nostra epoca, e al contrario aperta ad accettare le ragioni del vivere umano, nel bene e nel male: perché «il fiume della vita è sempre in piena».
«In questo fondo religioso, partecipe, umile, quanto più ansioso di una verità che lo appaghi, sta la costante di una poesia che ci richiama senza soste alla nostra responsabilità di figli del tempo, di consumatori di vita».
Geno Pampaloni
«Una poesia rinnovata dalla più positiva esperienza novecentesca, condotta, oltre la letteratura, alla sua nuda verità, e che conferma una delle voci più limpide della nostra poesia nella quale si ritrovano i fili della migliore tradizione lirica, annodati in una sensibilità che tende a risolvere, al cospetto di una realtà perenne, la precarietà del vivere».
Claudio Marabini
«Scrittore finissimo e di gusto impeccabile, Luisi si è ritagliato un luogo appartato dove manifestarsi come poeta… C’è un amore per la vita e le sue forme, struggente e miracoloso. Luisi merita sicuramente un posti di eccellenza nel nostro secondo Novecento».
Dario Bellezza
«Luisi organizza i suoi materiali biografici in versi dove una segreta ragione metrica imprime alla lunga introspezione storica un ritmo quasi biologico, simile proprio al pulsare di un cuore, al respiro di uno sguardo umano».
Mario Baudino
Il brano:
«Mi sforzo, ma capisco che non bastano
le mie parole a quietarti. Parole
vuote – m’accusi – inutile catasta
di menzogne. Ma è solo perché duole
la ferita, e mi chiedi di che pasta
io sia fatto, se ho l’anima, e no nvuole
illimpidirsi il tuo sguardo; contrastano
i rugginosi rancori quel sole
che nei tuoi occhi splende. Eppure in te
– ma ti ostini a negarlo – la mia voce
ti dice che se la regina, e lo sai
che non t’illude. Ascoltala, non c’è
un’altra verità. Non potrò mai
perderti: non vivrei con questa croce.»
da La ferita