Notti di sonnambulo ad occhi aperti
August Strindberg
Passigli Poesia
Il libro:
Se è vero, come scrive Giacomo Origlia nella prefazione, che «nell’opera sterminata e labirintica di Strindberg la produzione specificatamente lirica appare piuttosto esigua di fronte a quella teatrale, narrativa e saggistica», è anche vero che sarebbe errato considerare questa parte dell’ispirazione del grande scrittore svedese come qualcosa di semplicemente occasionale e minoritario. Innanzitutto, infatti, August Strindberg è uno degli esempi più emblematici dello scrittore ‘totale’, che identifica nella maniera più assoluta se stesso e la propria opera; in secondo luogo, l’espressività estrema del linguaggio poetico non poteva non attrarre profondamente uno scrittore che di sé diceva: «Non ho il pensiero più acuto, ma il fuoco; il mio fuoco è il più grande della Svezia».
Così, la poesia per Strindberg diventa il necessario approdo e complemento della sua straordinaria avventura creativa; esemplare essa stessa, non meno della narrativa, del teatro e della saggistica; e forse anzi terreno meno frequentato eppur privilegiato, per perseguire, come scrive ancora Giacomo Origlia, «l’impietosa mise à nu e dissezione di un percepire dalla irriducibile dicotomia…, fra i contrasto insanabili e senza saldature di realtà e sogno, presente e passato, dubbio e credenza, tradizione e individualità, necessità e libertà, eticità e bellezza».
Il brano:
«Il mare è verde,
verde cupo come l’assenzio;
amaro come il cloruro di magnesio
e più salato del cloruro di sodio;
puro come lo ioduro di potassio;
ma l’oblìo, l’oblìo
dei grandi peccati e delle grandi pene
solo il mare te lo può dare,
e l’assenzio!»
da Tramonto sul mare