Rosa di macchia
Antologia di poesia irlandese dopo Yeats
AA. VV.
Passigli Poesia
Il libro:
Nella tradizione poetica irlandese la rosa è ‘amorosa’ e ‘politica’. ‘Piccola rosa nera’ viene spesso chiamata l’Irlanda, mentre in Yeats la rosa va a sintetizzare simbolicamente l’amore, l’occultismo e insieme il desiderio di liberare lo spirito nazionale irlandese. Il simbolo della rosa ritorna in questa antologia in cui Alessandro Gentili ha raccolto le voci più significative della poesia irlandese dopo Yeats: dalla rosa ‘politica’ dai «petali contusi», che rappresenta il dramma dell’Ulster nella poesia di John Montagne (The Wild Dog Rose), alle rose ‘amorose’, «crespe di crêpe-de-Chine», che addolciscono l’ora magica della sera in una delicata poesia di Eavan Boland (The Women).
Attraverso le opere di Austin Clarke, Patrick Kavanagh, Denis Devlin, Thomas Kinsella, Desmond O’Grady, Seamus Heaney, Derek Mahon, Paul Durcan, Paul Muldoon, Nuala Ní Dhomhnaill, Thomas McCarthy – oltre ai citati Montagne e Boland – Gentili ricostruisce il percorso della poesia irlandese di questo secolo, che ha certamente in Yeats il suo centro indiscusso, ma che di Yeats tende a respingere «gli schemi esoterici e soprattutto l’idea centrale che l’Irlanda antica dovesse con i suoi miti e le sue leggende offrire l’identità culturale all’Irlanda moderna».
È così che al magistero di Yeats si affianca, e in parte di oppone, quello di James Joyce: «Accettando la sconnessione della realtà moderna e rispondendo con l’isolamento spirituale e l’esilio alla chiusa società irlandese, Joyce offrì alle nuove generazioni di poeti consapevoli delle lacerazioni della storia e del bisogno di una coscienza del presente i mezzi per allargare quella tradizione poetica irlandese che Yeats aveva negli ultimi anni della sua vita ristretto».
Il brano:
«La rosa di macchia
È la sola rosa senza spine»,
Dice, tenendo per un momento
Un fiore molle nella mano noccoluta
Come il pomo del suo bastone.
«Ogni volta che la vedo, mi ricordo
Della Santa Madre di Dio
E di quello che sofferse».
Per poco
Si anima l’aria del profumo
Di quel gracile fiore
Che porge il giallo calice vacillante,
Pallide labbra sanguinanti
Che si sbiancano
All’orlo
Di ogni petalo cuori-
Forme e contuso.»
da Rosa di Macchia di John Montagne