Amore e ginnastica
Edmondo De Amicis
Passigli Narrativa
Chi conosce Edmondo De Amicis solo per il suo libro più fortunato, Cuore, con la sua retorica umbertina, rimarrà esterrefatto da Amore e ginnastica. Come scrive Italo Calvino, «‘La casa si prestava ai maneggi e ai segreti d’una passione amorosa’: lo spazio e il movimento del racconto sono già dati in questa frase. La passione i cui maneggi e segreti ci vengono narrati è quella per la bellezza femminile atletica e dominatrice di una maestra di ginnastica, passione che coinvolge un po’ tutti i personaggi che hanno a che fare con lei, ma soprattutto un giovinotto pudibondo e timido». Questi è il giovane Celzani, detto Don Celzani perché ex seminarista, e la maestra di ginnastica è ‘la Pedani’, mai chiamata per nome, dalla quale il giovane rimane fulminato quando in una lezione di ginnastica lei solleva la gonna ed «egli vide balenare sopra gli stivaletti una bianchezza che l’abbagliò come un raggio di sole». L’ex seminarista si abbandona a tutta una serie di varianti erotiche: dal voyeurismo all’autoeccitazione visionaria, dal feticismo al masochismo.
Ma il giovane Celzani non è l’unico spasimante della bellissima insegnante di ginnastica: c’è almeno un altro studente, il Ginoni, dalle maniere assai più spicce, e anche un’altra donna, la Zibelli, con la quale la Pedani convive in un ménage di nubili, e che è gelosissima di lei. E poi c’è il padrone di casa, il commendator Celzani, zio dello studente…
Amore e ginnastica è un racconto ricchissimo di humour, di malizia, di acutezza psicologica: un libro sorprendente che giunge a ribaltare completamente l’immagine dello scrittore zuccheroso, didascalico moraleggiante che è stata cristallizzata nel suo romanzo più famoso.