de Noailles, “Il cuore innumerevole” – Rivista di Letterature Moderne e Comparate e Storia delle Arti, vol. LXXVII, fasc. 4, ottobre-dicembre 2024, di Anne-Christine Faitrop-Porta
Scriveva il romanziere Paul Bourget di una canzone calabrese: “Non è questo un canto d’amore, ma di passione” e così è questo libro, nato dall’ammirazione per la poesia di Anna de Noailles (1876-1933) di Marzia Minutelli che, sebbene italianista e non francesista, da allora si dedica alla traduzione dei versi della contessa, curandone la biografia in modo esemplare. Nata a Parigi dal principe rumeno Bibesco Bassaraba di Brancovan e da Rachel Musurus, pianista di antica e colta famiglia cretese, Anna scopre la natura nei soggiorni estivi a Villa Bassaraba nell’Alta Savoia, sul Lago Lemano, la lussureggiante natura e la poesia. Precoce scrive fin dai nove anni, ascoltando fino alla fine dell’esistenza il solo cuore. Dorata l’infanzia, ma afflitta dalla morte del padre, brillante la giovinezza, ma colpita dai dolori che la costringono ad usare la morfina e da sofferenze nervose che varie volte la costringono a ricoveri in cliniche, folgorante la maturità, ma non priva di strettezze finanziarie, in parte dovute alla prodigalità, consona al suo carattere.
Anna sposa nel 1897 il conte Mathieu de Noailles di antico lignaggio francese e firma le opere “Comtesse Mathieu de Noailles” disdegnando gli pseudonimi adottati dalle scrittrici francesi e italiane sue contemporanee, senza tuttavia spingersi fino a conquistare un nome suo. Prende arditamente il partito del capitano ebreo ingiustamente accusato di spionaggio nell’Affaire Dreyfus e sebbene aristocratica, proclama l’appartenenza al socialismo e l’apprezzamento di Lenin e del bolscevismo, mettendo a rischio alcune delle numerose onorificenze. Prima presidente di un premio letterario
femminile, odierno Prix Femina, non esita a pronunciarsi a favore del voto delle donne.
Enumerare gli scrittori amici di Anna equivale a stilare un elenco della società letteraria contemporanea, da France, Proust, Barrès, Loti, Colette, a Gide, Jammes, Maeterlinck, Cocteau, Mauriac, Bernanos, Valéry, Jean Rostand, e ancora Hoffmansthal, D’Annunzio, Henry James, Edith Wharton, Rilke. Colpisce il suo dono di attrarre i giovani letterati, e con brio collabora nel 1905 a “Poesia” di Marinetti.
L’amicizia amorosa con Maurice Barrès – documentata anche da un romanzo in parte ambientato a Venezia e a Firenze, come ispirate all’Italia e alla Sicilia sono varie liriche – nel contrasto delle rispettive ideologie, risulta un’ulteriore testimonianza della profonda complessità di Anna. Decantata dai critici del suo tempo, sostenuta costantemente da Marcel Proust – e le camere solitarie di questi due mondani esposte al Museo Carnavalet a Parigi ne rivelano l’intima similitudine – che ancora in “Le Temps retrouvé” la definisce poète de génie, Anna è la poetessa della natura negli ambienti stantii dove frusciano le sete e i broccati e muoiono le orchidee e i crisantemi.
Come scrive Marzia Minutelli, “Le Coeur innombrable”, uscito nel 1901, nato dalla “geografia emozionale” dei soggiorni savoiardi, è la “tripudiante celebrazione dell’esistenza in ogni sua manifestazione, anche la più inerme”. Dimentica dei parnassiani e dei simbolisti, con una ritrovata vena francescana e in eco allo slancio di Bergson e al dionisismo di Nietzsche, Anna canta prati e monti, albe e occasi, lune e soli, ma anche erbe, piante e moscerini. E in fondo a tale universo vibra l’eternità dolorosamente preclusa e pulsa il senso della morte. Resi con coltissima nitidezza dalla
traduttrice, che confida i propri dubbi perfino sul titolo, i versi di Anna de Noailles aprono ad un mondo esultante ed effervescente quanto l’autrice, un universo la cui prodigiosa fraîcheur nelle sonorità e nelle immagini è magico ristoro alle sofferenze.
Così si spiega il successo, che pare si stia rinnovando, della poesia di Anna de Noailles che coglie “La lumière des jours et la douceur des choses”, e con l’ardente consiglio: “Toi, vis, sois innombrable à force de désirs” travolge gioiosa chi la segue nell’incantata esplorazione.