Crisi istituzionale o crisi democratica?

Come Giovanni Sartori giudicherebbe oggi l'Italia

Stefano Passigli

Biblioteca Passigli

Anno :2025

Pagine :384

Prezzo :28,00€

ISBN :9788836819386

La fine della Prima Repubblica ha aperto un lungo periodo di transizione che in tre decenni ha visto 18 governi, 4 cambiamenti di legge elettorale e 2 tentativi di radicale riforma costituzionale, entrambi bocciati dal voto popolare nel 2006 e 2016. È evidente che l’Italia ha sofferto di una crisi istituzionale cui la nostra classe politica non ha saputo portare rimedio, una crisi che si è progressivamente aggravata, come testimonia il crescente astensionismo elettorale, e che rischia ormai di sfociare in una vera e propria crisi democratica.
È in questo contesto che Stefano Passigli si è posto l’interrogativo di come il grande politologo Giovanni Sartori avrebbe giudicato oggi il sistema politico italiano. Per portare una risposta Passigli, che quando Sartori lasciò l’Italia ne ha ereditato la cattedra, ha utilizzato scritti che nell’arco di vari decenni sono stati oggetto di un continuo confronto con i temi e le posizioni di Sartori.
Da tale confronto emerge che Sartori, al contrario dei tanti soi-disant ma falsi liberali che popolano la scena politica e accademica italiana, si schiererebbe oggi decisamente contro le proposte del Governo Meloni, e in particolare contro il Premierato e la riforma della Giustizia mirata a ricondurre all’ordine una magistratura di cui il Governo sembra temere l’indipendenza. Sartori si schiererebbe contro sia perché già lo fece al tempo delle riforme tentate da Berlusconi, sorprendentemente simili a quelle oggi proposte, sia perché esse ledono profondamente il principio fondamentale della liberal-democrazia: la limitazione del potere, da conseguire attraverso la presenza di poteri aventi fonti diverse di legittimità. In una liberal-democrazia, infatti, non tutto dipende dal voto popolare, specie quando sistemi elettorali maggioritari tramutano in schiaccianti maggioranze parlamentari quelle che sono minoranze nel Paese. Quanto è necessario alla vita di un sistema realmente democratico sono i pesi e i contrappesi assicurati da un equilibrio tra poteri indipendenti. Quell’equilibrio oggi messo a rischio dalle riforme progettate dall’attuale Governo.

 

Stefano Passigli è stato a lungo Professore ordinario di Scienza della Politica nell’Università di Firenze, ed ha in precedenza insegnato nelle Università di Padova, Bologna, Harvard e del Michigan.
È stato membro del Comitato Esecutivo della International Association of Political Science e dell’European Consortium for Political Research.
È autore di numerosi libri e articoli in materia di leggi elettorali, riforme istituzionali, comportamento politico, e ruolo delle élites.
Parlamentare per quattro legislature, è stato membro della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, in cui ha fatto parte del Consiglio di Presidenza. Ha fatto parte di numerose commissioni tra cui la Commissione Bicamerale per le Riforme Costituzionali. È stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e allo Sviluppo Economico nei Governi D’Alema II e Amato II, facendo parte di importanti comitati interministeriali. Collabora abitualmente con il «Corriere della Sera».
Ha presieduto e tuttora dirige numerose imprese editoriali e culturali.