Essere nella parola
Laura Canciani
Passigli Poesia
«Pare svolgersi come un drappo questa nuova raccolta di Laura Canciani nelle sue tre Sezioni e, a seguirla, come in un drappo se ne vanno notando le pieghe più dense, le curvature più in luce o i nodi che legano l'ombra. I luoghi della piega e dell'ombra sono quelli dove la scansione dei versi si fa più serrata e addensa segni simbolici; nelle curve più piane si distende, invece, ma per tratti metominici, il racconto.
Le tinte del drappo, quelle citate lungo la sua trama, ne accompagnano lo sviluppo come costanti elementi simbolici, che dal discorso poetico dirimono il senso. La costanza del bianco e del viola si espande sull'intera raccolta, esortao alla ricerca dei significati latenti e insieme - oggetti della vista e dell'emozione - indicano la natura ambigua del simbolo e del linguaggio che lo espone, sospeso tra astrazione e corporeità...».
Dalla prefazione di Carla De Bellis
Di origine friulana, nata a Cermes (Bolzano) nel 1934, Laura Canciani da tempo vive a Roma. Molto attiva da sempre nella diffusione della poesia italiana contemporanea, con presentazioni di libri nella Capitale, ha pubblicato diverse raccolte, l’ultima delle quali (Il contagio dell’acqua) in questa nostra collana di poesia.
Finalista al premio Viareggio, ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua opera poetica. Tra i critici che si sono occupati della sua poesia, ricordiamo in particolare il capitolo a lei dedicato da Giorgio Linguaglossa nel suo La poesia italiana del tardo Novecento tra conformismo e nuove proposte.
Nella libreria infinita
tutti i libri erano trasparenti:
tra le mie dita esitava, come forma che trascende,
una busta verde trasparente: “Profumo”
e il profumo c’era e c’era un uomo anche
come il libro trasparente che leggeva.
Tra le sue dita il libro che cercavo.
Nell’attimo di averlo scomparve.
È scomparso tutto.
Resta la curvatura di profumo convergente.