Il flauto dell’infinito
Kabir
Passigli Poesia
"Senza tregua suona il flauto dell’infinitoe il suo suono è amore.
Quando l’amore rinuncia ad ogni limite,
arriva al vero.
Come si spande allora la fragranza!
Non ha fine, non c’è ostacolo sul suo cammino.
La forma di questa melodia
è luminosa come
un milione di soli..."
KABIR (1440-1518) nacque e visse circa cinque secoli fa a Benares, in India. Fu mistico, poeta e musicista. Ebbe come maestro il brahmino Ramananda e fu quindi educato a concepire l’Islam e l’Induismo come due vie convergenti verso un’unica verità. I suoi Canti sono una delle massime espressioni della poesia indiana di ispirazione religiosa. Il loro messaggio è universale: travalica i limiti di spazio e tempo, suggerendo il superamento delle barriere che dividono le grandi religioni, in una prospettiva di pace e amore fra tutti gli uomini della Terra.
Se fu il grande Rabindranath Tagore a riscoprire la perenne validità degli insegnamenti di Kabir, si deve a un altro grande poeta, Ezra Pound, il risveglio di attenzione che la poesia del grande poeta mistico indiano ha ottenuto in Occidente a partire dai primi anni del Novecento, e cioè quando proprio Pound tradusse e pubblicò tredici sue poesie. E da Pound prende le mosse anche questa nostra edizione, non a caso curata da uno degli specialisti di Pound, lo studioso anglo-indiano G. Singh, che fa precedere le sue traduzioni da un importante prefazione che inquadra l’opera di Kabir non solo nel suo contesto storico, ma indaga anche le ragioni che suggerirono a Pound quell’incontro che tanta importanza ebbe sulla sua stessa poesia.