Il lampo che non cessa

Poesie d'amore

Miguel Hernández

Passigli Poesia

A cura di Arianna Fiore

Anno :2025

Pagine :160

Prezzo :18,50€

ISBN :9788836821327

«… Due eventi circoscrivono il concepimento della raccolta "Il lampo che non cessa" ("El rayo que no cesa"): il fidanzamento con Josefina Manresa, nell’autunno del 1934, e la morte dell’amico Ramón Sijé, avvenuta il 24 dicembre 1935. Un periodo di poco più di un anno, per molti aspetti fondamentale per Miguel: Madrid ha preso il posto della natale Orihuela, il lavoro per Espasa Calpe è subentrato a quello di pastore, i più importanti intellettuali dell’epoca – Pablo Neruda, Vicente Aleixandre, Rafael Alberti, Federico García Lorca – gli permettono di liberarsi dell’egida di Sijé, di un cattolicesimo ormai da lui lontano, del moralismo e del perbenismo di provincia; la passione per Maruja Mallo travolge il fidanzamento con l’umile sartina lasciata al paese e gli fa conoscere l’amour fou; María Cegarra rimarrà sempre un amore platonico, l’ultimo tentativo prima di riallacciare, definitivamente, il rapporto interrotto bruscamente con Josefina. Il periodo si chiude, simbolicamente, con la morte dell’amico che più e meglio rappresentava il suo passato.
"El rayo que no cesa" è da intendersi come il ritratto poetico di questa convulsa fase della vita di un uomo e, allo stesso tempo, il momento più alto della poesia amorosa di Miguel Hernández. La poesia diventa l’espressione disperata e sconvolgente dell’amore che Miguel vive, materialmente e inte­gralmente. Miguel dà dunque spazio alla sua realtà, che è fatta d’amore e di campagna, piante, animali, frutti, fiori, pietre, strumenti di lavoro nei campi, fatica e sudore. Con una voce lacerata e “impura”, racconta la vita, il dolore e l’amore…
Miguel rinchiude il suo smisurato slancio amoroso, la tempesta di passioni che lo tormenta e la crisi interiore che gli squassa il cuore in una struttura geometricamente precisa, dominata dal rigore e in versi impeccabilmente perfetti, con una precisione architettonica…»
Dalla prefazione di Arianna Fiore

 

Miguel Hernández nacque a Orihuela (Alicante) il 30 ottobre 1910. Di umile origine, dovette abbandonare ben presto la scuola per aiutare il padre nei campi. A partire dal 1930 iniziò a pubblicare poesie su riviste della sua città, quindi cercò di trasferirsi a Madrid, dove però riuscì a rimanere soltanto a partire dal 1933, dopo la pubblicazione della sua prima raccolta, "Perito en lunas", e del suo primo testo teatrale, "Quién te ha visto y quién te ve y sombra de lo que eras". Del 1936 è l’altra, fondamentale raccolta, "El rayo que no cesa". Allo scoppio della guerra civile, aderì alla causa repubblicana entrando volontario nelle milizie popolari; sono di questo periodo le poesie raccolte in "Viento del pueblo" (1937) e "El hombre acecha" (1938). Dopo la sconfitta militare, venne arrestato e consegnato alla Guardia Civile. È questo il periodo in cui prendono forma le liriche che confluiranno nel libro postumo "Cancionero y romancero de ausencias" ("Canzoniere e romanzero di assenze", apparso in questa stessa collana, a cura di Gabriele Morelli); ed è anche il prologo al tragico destino che sta per compiersi. Dapprima condannato a morte e poi a trent’anni di reclusione, ormai gravemente malato, viene trasferito da un carcere all’altro, fino alla morte, il 28 marzo del 1942, nell’infermeria del Reformatorio de Adultos di Alicante.