Il Mandarino

Eça de Queiroz

Le Occasioni

A cura di Paolo Collo, prefazione di Luciana Stegagno Picchio

Anno :2004

Pagine :124

Prezzo :8,50€

ISBN :88-368-0869-4

 



Il libro:
L’imprevedibile avventura di un tranquillo impiegato di Lisbona che, suonando un campanello piovuto dal nulla, provoca la morte di un Mandarino cinese, ereditandone così le immense ricchezze… Apparso dapprima a puntate nel 1880 sul «Diário de Portugal» e divenuto nel tempo uno dei più celebri racconti del grande narratore portoghese Eça de Queiroz, Il Mandarino è una storia magica, ironica, ricca di colpi di scena, ma anche di sottigliezze psicologiche e letterarie che ne fanno un vero gioiello della letteratura europea di fine Ottocento.

L'autore:
Lo scrittore José Maria Eça de Queiroz è considerato uno dei massimi scrittori portoghesi. I suoi scritti sono caratterizzati da ritratti ironici della corruzione nel clero e nell’alta società. La sua scrittura è brillante e priva della retorica tipica della prosa portoghese tradizionale; l’analisi dei personaggi è profonda; i suoi saggi e le lettere dimostrano una urbanità notevole e uno scettico senso dell’umorismo.

Il Mandarino è il primo volume di Eça de Queiroz pubblicato dalla Passigli Editori.

Il brano:

«Il mio nome è Teodoro – scrivano presso il Ministero del Regno. A quel tempo abitavo al numero centosei di Travessa da Conceiçao, nella pensione di Donna Augusta, la bellissima Donna Augusta, vedova del Maggiore Marques. Avevo due amici: Cabrata, impiegato dell’amministrazione comunale, allampanato e giallo come un cero da funerale; e il vigoroso, esuberante Tenente Couceiro, gran suonatore di chitarra.
La mia era un’esistenza piuttosto equilibrata e serena. Per tutta la settimana, seduto alla scrivania, in mezzemaniche, stilavo in bel corsivo, sui fogli dei documenti, semplici frasi come queste:
«Ill.mo e Ecc.mo Signor… Ho l’onore di informare Vostra Ecc… Ho l’onore di rimettere nelle mani di Vostra Ecc… Ill.mo e Ecc.mo Signor…».
La domenica era dedicata al riposo; sdraiato sul canapè della sala da pranzo, la pipa tra i denti, ammiravo Donna Augusta che, nei giorni di festa, soleva frizionare con chiara d’uovo la forfora del Tenente Couceiro…»