L’anno del lupo
Lidia Are Caverni
Passigli Poesia
Il libro:
Già nota per le precedenti raccolte pubblicate presso diversi editori, che le hanno valso numerosi premi e riconoscimenti, e anche per la sua attività di scrittrice per l’infanzia, la poetessa di Mestre Lidia Are Caverni debutta con questa sua nuova silloge nella nostra collana di poeti italiani scelti da Mario Luzi. "Una poesia, questa di Lidia Are Caverni, che non si stacca dalla realtà, anzi la ridisegna, la reinterpreta, la rende comprensibile di là dello steccato che la circoscrive, diventa autobiografia universale perché sa cogliere all'esterno e all'interno i segni del comune sentire…Se all'apparenza quello della Caverni è uno sguardo che ha la leggerezza di un piumino di cipria, che passa sulle parole e le accarezza, nello stesso tempo ha la forza tagliente di una lama che scende nel profondo, incide, apre squarci, disseziona, mostra ciò che del corpo oscuro della parola sembrava offuscato, ne evidenzia il limite e l'estensione, senza per questo abbandonarsi all'orgia linguistica…". Dalla prefazione di Walter Nesti
L'autore:
Nata a Olbia nel 1941, insegnante elementare, Lidia Are Caverni risiede da molti anni a Mestre. Collabora ad alcune delle più importanti riviste letterarie. Nell'ambito della poesia, ha pubblicato: Un giorno e poi… (1985), Il nido della termite (1991), Il passo della dea (1999), Fabulae linguarum (2000), Il giorno di ognissanti (2002), Il volo della farfalla (2003) e Le montagne di fuoco (2005). Fra le sue opere di narrativa, fra le quali numerosi sono i racconti per l'infanzia, ricordiamo Clotilde e la bicicletta (2000), Il satiro e la bambina (2000) e L'albergo degli aironi (2005). Numerosi i premi e i riconoscimenti per la sua opera, fra i quali il premio Ceppo-Nicola Lisi per il racconto e il Premio speciale per l'inedito della Giuria dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli e il Primo premio per l'inedito di poesia sempre dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli.
Il brano:
«Accarezzavano altre pellilo splendore opaco di cometache avremmo voluto inseguirela sua coda era una catenad'insulti per chi la volevaprigioniera la notte tacevail brulichio di stelle».