L’ora del diavolo
Fernando Pessoa
Opere di Pessoa
Il libro:
«Uscirono dalla stazione e, giungendo in strada, ella si accorse con stupore di trovarsi nella stessa via dove abitava, a pochi passi da casa. Si fermò. Poi si volse indietro, per comunicare questo suo stupore al compagno; ma dietro di lei non c’era nessuno. Solamente la strada, lunare e deserta».
È davvero il Diavolo il personaggio che la protagonista incontra di ritorno da un ballo mascherato e che, in un dialogo teso e sconcertante, si presenta non con l’immagine tradizionale del Maligno, ma come il signore dell’immaginazione, della notte, del sogno? E se non è il Diavolo, come mai il figlio che la donna porta in grembo, una volta cresciuto, avrà come sogno ricorrente la stessa visione mostrata alla madre dal misterioso personaggio?
Frutto della ricostruzione condotta da Teresa Rita Lopes sui manoscritti dell’ormai famoso baule degli inediti pessoani, "L’ora del diavolo" si presenta come uno stupendo racconto che conferma l’importanza ed il fascino del Pessoa narratore.
Il brano:
«Non sono colui che si è ribellato a Dio, né lo spirito che nega. Sono il Dio dell’Immaginazione, perduto perché non creo. È grazie a me che, bambina, hai sognato quei sogni che sembravano giochi; è grazie a me che, già donna, la notte hai potuto abbracciare i principi e i dominatori che dormono al fondo di quei sogni. Sono lo Spirito che crea senza creare, la cui voce è fumo, e la cui anima è un errore. Dio m’ha creato perché io lo imitassi, di notte. Lui è il Sole, io sono la Luna. La mia luce si libra su tutto ciò che è futile e finto… Come la notte è il mio regno, il sogno è il mio dominio».