La forza prigioniera
Anna Ruchat
Passigli Poesia
«… Se teniamo presenti i legami della chimica come quell’insieme di forze che si stabilisce fra atomi di specie diverse o anche identici in grado di consentire la formazione di molecole, allora dobbiamo convenire che i legami sono indispensabili. Ma ogni legame prevede un vincolo, una sorta di stretta che il più delle volte è disposta ad allentarsi a tal punto da spezzarsi. In un legame, si chiede all’altro di legarci alla sua vita. Legami significa lègami. Quello che spesso mi turba dei legami è il fatto che ricordano i cordoni, e dall’ombelico all’inconscio passa un niente. Ci nutrono. E nello stesso tempo ci chiedono qualcosa in più. In qualche modo ci ricattano. Anche spezzati continuano a legarci. Raggiungono le sembianze di radici. Le radici di Anna Ruchat attraversano l’aria. Ogni verso sembra ripercorrere il cammino dei legami. Anche quando la morte vorrebbe dichiararne la fine. La parola mantiene la promessa: chiamare per nome ciò che esiste per sempre. Leggere è avverarsi».
Dalla nota di Domenico Brancale
Nata a Zurigo nel 1959, Anna Ruchat vive da anni a Pavia ed è tra le più note traduttrici dal tedesco (Thomas Bernhard, Mariella Mehr, Elfriede Jelinek…). Come poeta in proprio, è alla sua quinta raccolta, dopo "Geografia senza fiume" (2006), "Angeli di stoffa" (2009), "Terra taciturna e apocalisse" (2011) e "Binomio fantastico" (2014). Di grande spessore anche la sua produzione narrativa, con i romanzi "Volo in ombra" e "Il malinteso" e i racconti di "In questa vita", "Il male minore" e "Gli anni di Nettuno sulla terra" (Premio svizzero di letteratura).