Miss cuori solitari
Nathanael West
Passigli Narrativa
Miss Cuori Solitari, titolare di una rubrica femminile di ‘posta del cuore’ di un quotidiano newyorkese, in realtà è un uomo. Il lettore non conoscerà mai il suo vero nome, nel romanzo sarà sempre indicato con il suo pseudonimo, a sottolineare la sottile, ma profonda identificazione che il protagonista avverte con il suo personaggio giornalistico. La solitudine, il dolore, lo spaesamento che quelle lettere dimostrano in chi le scrive incide fortemente sul suo carattere e sulla sua vita, fatta di momenti di depressione, di occasionali sbronze e di risse da bar. Non bastano una fidanzata, Betty, e il legame erotico con due donne per instradare la sua vita nei binari di una realtà accettata con serenità. La realtà è che sono tempi difficili per tutti, tempi di grande crisi economica e sociale: sono gli anni della grande depressione, gli anni della fine del grande sogno americano, particolarmente avvertita in una ‘capitale morale’ quale New York.
E tuttavia il tono del romanzo, considerato il capolavoro dello scrittore americano, è tutt’altro che deprimente, anzi, ha un andamento da ‘black comedy’, commedia sì, nera, ma trattata con altissimo senso dell’umorismo e dell’ironia. Non a caso Nathanael West, avvicinato spesso al suo contemporaneo e amico Francis Scott Fitzgerald, è considerato un precursore, a partire da radici che si rifanno a Gogol e a Poe, di quel grande stile letterario che è stato caratteristico di Saul Bellow, Vladimir Nabokov e Martin Amis.
Nato a New York nel 1903, Nathanael West morì il 22 dicembre 1940 in un emblematico incidente stradale: sconvolto dalla notizia, ascoltata alla radio della sua macchina, della morte del suo grande amico e ‘fratello letterario’ Francis Scott Fitzgerald, avvenuta il giorno prima, lo scrittore perse il controllo della guida causando uno scontro che lo uccise.