Residenze sulla terra
Pablo Neruda
Opere di Neruda
Il libro:
Dal soggiorno in Asia negli anni 1927-1932 (in qualità di console del Cile, prima a Rangoon, poi a Ceylon e a Batavia), che ebbe una profonda influenza sul grande poeta cileno, ben evidente in particolare nelle prime due Residenze, al periodo spagnolo con la sofferta partecipazione alla tragedia della guerra civile dalla quale scaturisce La Spagna nel cuore, compresa nella terza Residenza (apparsa a distanza di oltre dieci anni e definita da Argon «gigantesca introduzione alla letteratura del mondo intero»), le tre Residenze sulla terra rappresentano indubbiamente un momento definitivo nella storia personale e spirituale di Pablo Neruda. García Lorca parlò della sua poesia come di una voce delicata e vigorosa al tempo stesso, una voce di passione, di tenerezza e di sincerità mai eguagliata in America. Queste sono le caratteristiche anche delle Residencias, nelle quali erompe nel modo più completo l’originalità e la ricchezza dell’ispirazione nerudiana: un vasto e profondo documento umano in cui, come scrive Giuseppe Bellini, «al di sopra del tormento personale del poeta, si coglie il grido di un dolore universale, e su cui il lettore si affaccia disorientato, per sentirsene immediatamente attratto».
L'autore:
Opere di Pablo Neruda (1904-1973, Premio Nobel per la Letteratura nel 1971) pubblicate dalla Passigli Editori: Venti poesie d'amore e una canzone disperata, Cento sonetti d'amore, I versi del Capitano, Todo el Amor, Ode al vino e altre odi elementari, Ode al libro e altre odi elementari, L'uva e il vento, Elegia, Crepuscolario, Una casa nella sabbia, Tentativo dell’uomo infinito, Le pietre del cielo, La spada di fuoco, Alture di Macchu Picchu, Storia di acque, di boschi e di popoli, L’uva e il vento, Elegia, Stravagario, Memoriale di Isla Negra, Fine del mondo, oltre alle opere postume: 2000. Il cuore giallo, Giardino d'inverno, Il mare e le campane, La rosa separata, Libro delle domande, Difetti scelti.
Il brano:
«Il vento della stagione, il vento verde,
carico di spazio e d’acqua, esperto di felicità,
arrotola la sua bandiera di lugubre pelle,
e d’una svanita sostanza, , come danaro d’elemosina:
così, argentato, freddo, si rifugia un giorno,
fragile come la spada di cristallo di un gigante,
tra tante forze che proteggono il suo sospiro che teme,
la sua lacrima sul cadere, la sua arena inutile,
circondato di poteri che passano e scricchiolano,
come un uomo nudo in una battaglia
che solleva il suo mazzo bianco, la sua certezza incerta,
la sua goccia di sale tremola nell’invaso.»
da Monsone di maggio