Ventiquattro ore nella vita di una donna
Stefan Zweig
Le Occasioni
Fra i romanzi brevi del grande scrittore Stefan Zweig (Vienna, 1881-1942), "Ventiquattro ore nella vita di una donna" è uno tra i più perfetti e avvincenti. Scritto nel 1927, è la storia di una donna e di un uomo dominato dalla passione per il gioco che si incontrano, del tutto casualmente, nell’atmosfera febbrile del casinò di Monte Carlo. La vicenda viene narrata dalla donna stessa, ormai anziana, a un interlocutore pressoché sconosciuto, ma che le si rivela come l’unico possibile destinatario di un episodio della sua vita fino a quel momento non raccontato a nessuno, la confessione a cuore aperto di un amore dalla cui ossessione la donna era stata travolta e trascinata in una spirale di estasi e tormento. Lo svelamento del suo passato è tuttavia per lei soprattutto l’occasione per espiare e finalmente liberarsi da un evento durato appena l’arco di ventiquattro ore ma tale da totalizzare l’intero corso della sua vita successiva. Il racconto trascina il lettore in un magistrale crescendo di tensione psicologica, e lo fa penetrare nei complessi meccanismi che dominano la mente umana quando si trova in balia delle passioni, siano esse originate dall’amore, con tutta la sua incontrollabile sensualità, o siano quelle legate al demone del gioco d’azzardo, con tutta la loro carica distruttiva. Ma è al tempo stesso una profonda riflessione sul presente, sul passato e sulle età della vita, perché “invecchiare non significa altro che non avere più paura del proprio passato”.
Nato nel 1881, Stefan Zweig è stato uno dei maggiori scrittori austriaci del primo Novecento, certamente uno dei più fedeli interpreti di quello spirito mitteleuropeo e cosmopolita che a Vienna ebbe la sua culla e che doveva essere spazzato via dalla prima e poi dalla seconda guerra mondiale. La drammatica parabola della sua stessa vita ne offre la testimonianza: fra i più popolari scrittori della sua epoca, autore di libri di grande successo in tutto il mondo, con l’avvento del nazismo dovette cercare rifugio negli Stati Uniti e poi in Brasile, dove morì suicida, insieme alla giovane moglie, nel 1942. Autore di importanti saggi, spesso legati alle biografie di grandi scrittori, e di una straordinaria autobiografia dal titolo Il mondo di ieri, fra le sue principali opere narrative ricordiamo: L’amore di Erika Ewald pubblicato dalla Passigli Editori, e i racconti Paura, Lettera di una sconosciuta, Amok, pubblicati dalla casa editrice Adelphi.