La cascata
David Vogel
Passigli Narrativa
Forse niente più di una malattia lenta e avvolgente può provocare una prorompente voglia di vita, un desiderio di 'normalità' e insieme di evasione che spezzi l'angusta cornice di giornate tutte spese all'interno di un sanatorio. Per questo il sanatorio non è soltanto il luogo cupo della malattia e della cura, è anche una sorta di microcosmo esemplare, come possiamo vedere in questo bellissimo, breve romanzo di David Vogel del 1925, che non a caso segue a un solo anno di distanza il capolavoro di Thomas Mann La montagna incantata.
Se apparentemente siamo molto lontani dal paesaggio idilliaco della Costa Azzurra che ambientava Davanti al mare, in realtà ritroviamo anche ne La cascata la forza e la suggestione della natura, ingigantite anzi perché sembrano rappresentare il polo opposto della vita costretta del sanatorio, come se i maestosi scenari alpini che lo circondano non potessero che incombere sul destino dei suoi ospiti. E' quello che accade al protagonista Irme Ornik, la cui principale occupazione, e preoccupazione, è di guarire al più presto e andarsene. Ma il destino ha in serbo per lui qualcosa di diverso, qualcosa di imprevisto e di imprevedibile.
L'autore alterna con maestria l'ironia, la partecipazione appassionata e il senso del dramma.
David Vogel nacque nel 1891 a Satanov, nella Russia sud-occidentale. Trascorse l'adolescenza a Vienna, dove cominciò a pubblicare poesie. Alla scoppio della prima guerra mondiale, essendo cittadino russo, venne arrestato in quanto membro di un paese nemico. Si trasferì a Tel Aviv nel 1929 e rientrò in Europa un anno dopo soggiornando a Berlino e Parigi. Allo scoppio della seconda guerra mondiale venne di nuovo arrestato, questa volta dai francesi in quanto cittadino austriaco, e successivamente dai tedeschi perché ebreo. Deportato nel 1944 in un campo di concentramento, scomparve in quello stesso anno. Di lui la Passigli Editori ha già pubblicato Davanti al mare (2010).