“Alcool di Guillaume Apollinaire” – Poesia del nostro tempo, 30 maggio 2023, di Gisella Blanco

Nell’immaginare, nel senso e nel suono, il neologismo che avrebbe dato il nome al movimento surrealista, è già chiaro come Guillaume Apollinaire abbia anticipato il dramma comico-bestiale della modernità. Di quella modernità che non era ancora completamente contemporaneità ma che congloba e sincretizza il lascito dei classici e gli influssi anticipatori delle avanguardie storiche.
Il verso di Apollinaire non è, infatti, guidato dalla velleitaria volontà di annientare o nascondere il passato, bensì da quella di “sorprendere” il lettore, ma anche sé stesso, dall’interno del medesimo clima culturale a cui appartiene, cioè dal nucleo igneo della stessa esperienza di cui scrive e per la quale scrive.
Tali obiettivi ideali non utilizzano la sonorità del verso ma vi si fondono attraverso sapienti espedienti allitterativi e fonosimbolici, ed ecco che qui risalta una delle maggiori sfide traduttive e interpretative che Fabio Scotto, traduttore e curatore di Alcool  ha affrontato, cercando di “fare ri-suonare in italiano” sia il significato che il ritmo presente, con le dovute differenze, nel verso originario.
Tra ambientazioni urbane, un fluviale multilinguismo, topoi classici e preghiere dalla forma di invettiva (o invettive dalla forma di preghiera), sopravvive e vive forte la poesia, “maleamata” eppure imprescindibile, allora come ora.

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