Luciano Curreri, Volevo scrivere un’altra cosa – GEArtis Cultura, 14 marzo 2020, di Francesca Rossetti

Estratto dall’intervista:

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Di che cosa parla « Volevo scrivere un’altra cosa » e cosa cerca di comunicare al lettore?

« Volevo scrivere un’altra cosa » è una specie di «tormentone» che il lettore trova alla fine di ogni racconto sotto forma di postilla più o meno lunga e legittima ma sempre tesa a suggerire che il testo che la precede è una finzione, una posa, alla fine della quale, l’autore, stanco della recita, confessa, in un certo senso, la sua inattendibilità e, in ultima istanza, la sua impotenza a raccontare. E tuttavia, quello stesso autore si diverte e fa divertire, passando in rassegna per frammenti il nostro corpo sociale, birichinamente e bizzarramente fatto a pezzi e come tale messo in scena, di volta in volta, sotto titoli che sono tutti figli di intuizioni e invenzioni che sono già in quegli stessi titoli (e spesso anche nelle dediche a noti scrittori – italiani e non – cui non si fa il verso ma che ci sono e si sente che ci sono, eccome!).

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