Il condor di rame

Giovanni Verusio

Fuori collana

Anno :2005

Pagine :192

Prezzo :18,00€

ISBN :978-88-368-0967-7



Il libro:
Ispirato dal viaggio compiuto nel 2004 dall’autore nelle Ande Cilene e Boliviane, e all’Ombelico del Mondo, come i nativi chiamano l’Isola di Pasqua, Il condor di rame è ben più di un semplice diario o appunto di viaggio. Giovanni Verusio non è infatti un semplice ‘viaggiatore’, ma un profondo e appassionato conoscitore delle culture extraeuropee, sempre alla ricerca di quanto ancora rimane della loro identità originaria. Il suo racconto, filtrato dalla capacità intellettuale e dall’esperienza di molte spedizioni, spazia così da acute osservazioni storiche e di costume su luoghi e culture ancora poco note al grande pubblico, a notazioni di viaggio più curiose ma sempre profonde.
Dalla descrizione di luoghi mitici quali il più grande lago salato del mondo, o la più antica miniera d’argento, all’esame della situazione di paesi quali il Cile del dopo-Pinochet o l’affascinante Bolivia degli indios, o alla cronaca delle terribili guerre combattute e perdute dalla Bolivia a cavallo tra Ottocento e Novecento, praticamente sconosciute in Europa; oppure dalla storia dei primi contatti degli abitanti dell’Isola di Pasqua con i velieri europei, alla fine del Settecento, fino al genocidio degli abitanti per opera dei bianchi, o alle ricche informazioni sulla famosa cerimonia dell’uomo-uccello o sul significato misterico-religioso delle grandi statue di pietra dell’Isola di Pasqua; Il condor di rame si snoda in un caleidoscopio di notazioni, descrizioni e cronache di viaggio che ricorderà al lettore la stessa curiosità intellettuale e capacità di comprendere culture diverse che caratterizza gli scritti di Ryszard Kapuscinski o di Bruce Chatwin.

L'autore:
Giovanni Verusio, nato a Firenze, dopo essersi laureato in legge in Italia e successivamente presso la Harvard Law School, ha lavorato a New York presso il Segretariato dell’O.N.U. e in numerosi studi professionali.
A fianco della professione di avvocato nei rami commerciale e internazionale, che esercita a Roma ove oggi vive, ha sempre coltivato un profondo interesse per popoli e paesi scarsamente conosciuti. A partire dal 1960 – quando partecipò giovanissimo alla spedizione ‘Karakorum 60’, organizzata e guidata dal grande etnologo Paolo Graziosi per studiare i Kafiri, popolo allora pressoché sconosciuto che abitava le valli del Chitral, al confine pakistano-afgano – ha intrapreso più di trenta spedizioni e viaggi di profilo soprattutto etnografico.
Tre spedizioni amazzoniche (Rio Tiputini, Rio Paragua e Rio Xingù), due in Nuova Guinea (alto Sepik) e Irian Jaia (Valle del Baliem), e altre al Polo Nord, nelle riserve aborigene della terra di Arnhem (Australia) e in Africa, tra cui la traversata dei deserti del Kalahari, del Namib, del Baiouda in Sudan, dell’Akakous in Libia, in Rwanda e in Congo, hanno fatto di Giovanni Verusio un profondo conoscitore di usi e costumi di civiltà non toccate o solo sfiorate dall’imperante omologazione culturale.

Il brano:

«Quando le guardi dall'aereo e vedi quegli enormi baluardi di ghiaccio che si protendono verso di te per oltre seimila metri, paralleli alla rotta da nord a sud, a perdita d'occhio e pensi che ci dovrai andare in mezzo, d'inverno, proprio in mezzo, senti la bocca dello stomaco chiudersi e non perché l'aereo stia ballando. […]»