La voce a te dovuta

Pedro Salinas

Passigli Poesia

a cura di Valerio Nardoni

Anno :2022

Pagine :272

Prezzo :16,00€

ISBN :9788836818945

Quando, nel dicembre del 1933, esce "La voce a te dovuta", Pedro Salinas ha già al suo attivo tre raccolte, che ne hanno fatto uno dei poeti più importanti di Spagna: "Presagi", "Sicuro azzardo" e "Favola e segno"; la nuova raccolta inaugura una trilogia amorosa che troverà poi ulteriore sviluppo in "Ragioni d’amore" (1936) e nel postumo "Lungo lamento". Tutte le citate raccolte fanno parte ormai da tempo del nostro catalogo; l’unica mancante della trilogia era proprio "La voz a ti debida", la più celebre, che ora si aggiunge alle altre, e come le altre tradotta e presentata da Valerio Nardoni. Se si considera che la sola edizione italiana integrale de "La voz a ti debida" continuava a essere quella – pur ottima – di Emma Scoles uscita oltre quarant’anni fa, l’importanza di questa nuova traduzione non può sfuggire a nessuno; anche perché una particolare attenzione, come nel caso delle precedenti raccolte, è stata data da Nardoni all’impianto stilistico di un canzoniere che, pur nella varietà dei metri usati, spicca per la sua unità non soltanto tematica. Per anni si è discusso se l’amata protagonista di queste poesie fosse o meno una persona reale, e solo più recentemente se ne è avuta la conferma: quando, cioè, Katherine Whitmore, un’ispanista americana che era stata a Madrid dapprima nel 1932 e poi negli anni 1934-35, ha accettato di rendere pubbliche le lettere d’amore del grande poeta spagnolo. Ma "La voz a ti debida" va ben al di là delle circostanze reali da cui è scaturita, e resta come uno dei vertici assoluti della poesia, non solo d’amore, del Novecento.

 

Pedro Salinas (Madrid, 1891 – Boston, 1951) è stato uno degli esponenti di maggior rilievo della cosiddetta Generazione del ’27. Tra il 1914 e il 1917 insegnò a Parigi, alla Sorbona, come lettore di spagnolo; in quegli anni si appassionò all’opera di Marcel Proust, di cui poi tradusse parte della "Recherche" – una delle prime traduzioni in assoluto, con l’autore ancora vivente. Dopo aver vinto un concorso per la cattedra di Lingua e letteratura spagnola, si trasferì dapprima a Siviglia e poi a Madrid, dove ebbe l’incarico presso la “Escuela Central de Idiomas”, incarico che mantenne praticamente fino allo scoppio della Guerra civile, quando partì per gli Stati Uniti senza più fare ritorno in Spagna. Dal 1943 al 1946 la Johns Hopkins University di Baltimora, presso cui insegnava, autorizzò un suo temporaneo trasferimento a Puerto Rico, ed è là che, per sua volontà, fu sepolto.