Le mani del giorno

Pablo Neruda

Opere di Neruda

Traduzione di Roberta Bovaia, prefazione di Giuseppe Bellini

Anno :2005

Pagine :200

Prezzo :12,00€

ISBN :978-88-368-0881-6



Il libro:
Apparsa nel 1968 – e cioè un anno dopo La barcarola, il lungo canto d’amore dedicato a Matilde che completava idealmente il grande ciclo ‘intimo’ del Memoriale di Isla Negra – la raccolta Le mani del giorno occupa un posto piuttosto particolare, e a prima vista singolare, nell’opera di Neruda.
Ma se il poeta vi lamenta la frustrazione, il senso di colpa per non aver saputo ‘usare’ le proprie mani, così da poter realmente «apprendere, vedere, raccogliere e unire gli elementi», questa raccolta è anche il frutto maturo di quella continua tensione che la poesia di Neruda da sempre sente verso gli oggetti – costruiti, perfezionati, raccolti dalle mani dell’uomo – e verso gli umili eroi dell’esistenza umana, indaffarati giornalmente ad affermare se stessi e gli altri nel proprio lavoro: mani che ripetono «l’eroismo delle altre mani».

L'autore:
Opere di Pablo Neruda (1904-1973, Premio Nobel per la Letteratura nel 1971) pubblicate dalla Passigli Editori:
Venti poesie d’amore e una canzone disperata, Cento sonetti d’amore,
I versi del Capitano, Todo el Amor, Ode al vino e altre odi elementari, Ode al libro e altre odi elementari, L’uva e il vento, Elegia, Crepuscolario, Una casa nella sabbia, Le pietre del cielo, La spada di fuoco, Alture di Macchu Picchu, Ode alla vita e altre odi elementari, Arte degli uccelli, Storia di acque, di boschi e di popoli, Stravagario, Fine del mondo, Residenze sulla terra, Memoriale di Isla Negra, oltre alle altre opere postume: 2000 – Il cuore giallo, Giardino d’inverno, La rosa separata, Il mare e le campane, Libro delle domande, Difetti scelti.

Il brano:

«Il sole ha riempito di pioli la gioia,
la speranza, la sofferenza,
è andato in giro con i suoi raggi
a delimitare, assegnare terre,
e ciascuno deve sudare,
prima che se ne vada
con la sua luce altrove
a cominciare e cominciar di nuovo
mentre quelli che stanno qui sono rimasti
immobili, a dormire,
fino a lunedì mattina».
da Stella del giorno