Ombre bianche, ombre rosse

Racconti di prigionieri degli indiani d'America

AA. VV.

La Grande Biblioteca

A cura di Marilla Battilana

Anno :1997

Pagine :224

Prezzo :9,90€

ISBN :978-88-368-0691-1


Il libro:

Il mito dei pionieri e il mito, solo parzialmente antitetico, dei Pellerossa, sono stati all'origine di quella che è forse l'unica grande epopea dell'epoca moderna, quella cosiddetta western, che ha trovato i suoi primi cantori negli scrittori americani fra Otto e Novecento, da J. Fenimore Cooper a Bret Harte, da Zane Grey a Jack London, fino a dilagare nel mondo dl cinema. La fortuna del genere, che dura ancora ai nostri giorni, ha un po' paradossalmente messo in ombra la realtà storica che stava dietro quelle imprese; e, con essa, le testimonianze degli oscuri ma veri protagonisti dell'epoca. Molti ignorano, infatti, che uno dei generi letterari ottocenteschi più popolari negli Stati Uniti era quello delle captivities, cioè le storie autobiografiche di prigionia fra gli indiani. Nelle storie qui presentate, i protagonisti ci pongono di fronte a tre destini individuali intensamente vissuti, fornendoci essi stessi la loro testimonianza in uno stile di vibrante realismo. Sullo sfondo della loro angosciosa esperienza di prigionieri, si muovono i grandi conflitti europei che dilagano fin oltre Atlantico: la Guerra dei Sette Anni, la rivalità franco-inglese, con l'espansione verso ovest della giovane Confederazione statunitense. E intanto gli indiani d'America, che li hanno catturati e da cui dipende il loro destino, prendono le parti degli uni o degli altri invasori bianchi, ora alleati, ora avversari feroci.