Risveglio

Jean Giono

La Grande Biblioteca

Traduzione di Maria Elisa Della Casa

Anno :1997

Pagine :145

Prezzo :9,90€

ISBN :978-88-368-0741-3


Il libro:

Aubignane, piccolo villaggio nei pressi di Manosque, muore: solo tre persone occupano ormai quel nido di spettri. Poi l'inverno arriva a scacciare il vecchio fabbro, e la vedova dello scavatore di pozzi scompare in primavera, insieme alla promessa fatta a Panturle di trovargli una donna. Così al villaggio non resta altri che questo cacciatore solitario, che diviene a poco a poco pazzo di solitudine. Ma una donna arriverà, e per lei Panturle farà rinverdire le terre un tempo feconde… Risveglio (titolo originale Regain, 1930) è uno dei romanzi-chiave della cosiddetta 'prima maniera' di Giono: mistica, solare, naturale. Sono gli anni di Naissance de l'Odyssèe, di Colline, di Un de Baumugnes: l'ispirazione dionisiaca di Giono impregna questi romanzi la cui azione si svolge in una Provenza insieme reale e leggendaria, già familiare ai lettori de L'ussaro sul tetto. Lo scrittore vi canta il fluire della vita, la straordinaria felicità di esistere, la gioia che procurano le ricchezze della natura, distaccandosi dallo spirito negativo che ha invece alimentato tanta letteratura della nostra epoca, basti pensare, fra i contemporanei francesi, alla morale del sacrificio e della rinuncia di Gide e, per altri versi, di Mauriac, o al nichilismo esistenziale di Dreu La Rochelle e Celine. Rispetto a questi autori, Giono rappresenta davvero l'altro: la sua filosofia è quella di una mistica della natura che comprende un'accettazione lucida, eppure tranquilla, dei limiti della condizione umana, della vecchiaia e della morte.
L'autore:

Jean Giono è nato il 30 marzo 1895 a Monosque, nella Haute Provence. Il padre, d’origine italiana, era calzolaio e sua madre stiratrice. Leggerà da solo la Bibbia e Omero, tra l’officina del padre e l’atellier della madre.Per venire incontro alle difficoltà finanziarie dei genitori, è costretto a lasciare il collegio e a diventare impiegato di banca, fino alla guerra del 1914. Nel 1919, passata la guerra, che l’ha enormemente segnato (Le grand troupeau, 1931), riprende il suo lavoro e, nel 1920, sposa un’amica d’infanzia, Elise, da cui avrà due figle, Aline e Sylvie. La sua cultura, immensa, è quella di un autodidatta con una curiosità universale. Nel 1930, dopo il successo di Collines e di Un de Baumugnes, abbandonerà la banca per dedicarsi completamente alla letteratura.
Giono lascerà Monosque soltanto per dei brevi soggiorni a Parigi e per dei brevi viaggi all’estero, tra cui quello che gli ha permesso di scrivere il suo Viaggio in Italia, nel 1953. Nello stesso anno ottiene il Premio Ranieri di Monaco, per l’insieme della sua opera. Nel 1954 entra a far parte dell’Accademia Goncourt e del Consiglio Letterario di Monaco, nel 1963.
La sua opera comprende una trentina di romanzi, tra i quali L’ussaro sul tetto, saggi, dialoghi, poesie e commedie teatrali. Giono è l’autore che ha descritto la natura, in una lingua sana e naturale e in una scrittura spoglia. E’ morto a Monosque nel 1970. La Passigli Editori di Jean Giono ha già pubblicato Morte di un personaggio.
Il brano:

«Quando il corriere di Banon passa a Vacheres, è sempre mezzogiorno.Si ha un bel da ritardare la partenza da Manosque, i giorni in cui i clienti non arrivano a tempo, quando si passa a Vacheres, è sempre mezzogiorno.Preciso come un orologio.È noioso, in fondo, essere lì nello stesso momento tutti i giorni.Michel, che guida la diligenza, ha tentato una volta di fermarsi al crocicchio del Revest-des-Brousses, e di 'ciarlare' con la Fanette Chabassut, quella che ha la bettola delle Deux-Singes, per poi ripartire pian pianino. Niente da fare. Voleva vedere; bene, ha visto! […]»