Poesie famose brevi: i piccoli capolavori di Pessoa, Lorca, Neruda che hanno fatto la storia

Sono riusciti a condensare universi emotivi, filosofici e esistenziali che risuonano attraverso i secoli.

Sono i tre giganti della poesia del Novecento – Fernando Pessoa, Federico García Lorca e Pablo Neruda – i cui componimenti brevi sono diventati veri e propri “istanti letterari”.

Oggi, in un’epoca caratterizzata da comunicazioni rapide e attenzione frammentata, le poesie di questi grandi maestri acquistano una rilevanza particolare: ci dimostrano che è possibile dire molto con poco, che la sintesi può essere più potente della prolissità, e che la vera arte consiste nel toccare l’universale attraverso il particolare.

Le opere di Pessoa, Lorca e Neruda continuano a essere studiate, tradotte e recitate in tutto il mondo, testimoniando come la grande poesia sappia superare i confini del tempo, per farsi faro luminoso per chiunque sia alla ricerca della parola poetica nel senso più profondo dell’esistenza.

 

Madrigale

Io ti guardai negli occhi

quand’ero bimbo e buono.

Mi sfiorò la tua mano

e tu mi desti un bacio.

(Gli orologi tutti la stessa cadenza,

e le notti sempre le solite stelle.)

E si dischiuse il mio cuore

come un fiore sotto il cielo,

i petali di lussuria

e gli stami dei miei sogni.

(Gli orologi tutti la stessa cadenza,

e le notti sempre le solite stelle.)

Nella mia stanza piangevo

come nella fiaba il principe

fece per Stellina d’Oro

che se ne andò dai tornei.

(Gli orologi tutti la stessa cadenza,

e le notti sempre le solite stelle.)

Mi allontanai dal tuo fianco

inconsapevole amandoti.

Come saranno i tuoi occhi

non so, le mani, i capelli.

Solo ho ancora sulla fronte

la farfalla di quel bacio.

(Gli orologi tutti la stessa cadenza,

e le notti sempre le solite stelle.)

Da Poesie d’amoreFederico García Lorca

 

L’amore dorme nel petto del poeta

Non capirai mai quanto sei amato

perché tu dormi in me e sei assopito.

Piangendo ti nascondo, inseguito

da una voce d’acciaio acuminato.

Norma che carne e stella ha agitato

trafigge ormai il mio petto indolenzito

e le parole fosche hanno scarnito

le ali del tuo spirito accigliato.

C’è gente che fa salti nei giardini

aspettando il tuo corpo e mia agonia

su cavalli di luce e verdi crini.

Ma seguita a dormire, vita mia.

Senti il mio sangue rotto sui violini!

Guarda che ancora qualcuno ci spia!

Da Sonetti dell’amore oscuroFederico García Lorca

 

3

Dove sei Cos’hai fatto

Ahi amore mio!

quando da quella porta

fu l’ombra a entrare e non tu,

il giorno

che si sprecava, tutto

ciò che non sei,

presi a cercarti

in ogni dove,

mi pareva tu fossi

nell’orologio, che magari

ti eri nascosta nello specchio,

che avevi ripiegato la tua risata pazza

e tu

l’avevi lasciata

perché saltasse fuori

da dietro un portacenere

non c’eri tu, e non la tua risata,

né i tuoi capelli

né i tuoi passi veloci

che corrono

Da Con i baci che imparai dalla tua boccaPablo Neruda

 

Ode all’amore

Amore, facciamo i conti.

Alla mia età

non è possibile

ingannare o ingannarci.

Fui ladro di cammini,

forse,

e non mi pento.

Un minuto profondo,

una magnolia spezzata

dai miei denti

e la luce della luna

celestina.

Molto bene, ma qual è il bilancio?

La solitudine ha mantenuto

la sua rete tessuta

di freddi gelsomini

e allora

colei che era giunta nelle mie braccia

fu la regina rosata

delle isole.

Da Alla donna. Odi elementari e altre poesiePablo Neruda

 

Godiamo, Lidia, piano,

Perché il fato non apprezza chi di mano

Gli strappa via il piacere.

Furtivi sottraiamo all’orto-mondo

I depredandi pomi.

Non svegliamo, dove dorme, l’erinni

Che frena ogni piacere.

Come un ruscello, muti passeggeri,

Godiamo di nascosto.

La sorte è invidiosa, Lidia. Ammutoliamo.

Da Le poesie di Ricardo ReisFernando Pessoa

 

Nell’attimo in cui giriamo per i prati

E l’amore è fra noi lì come un terzo,

Che vieta di conoscerci

L’un l’altro esattamente,

Nell’attimo in cui quel che vediamo

Ma che non si vede penetra l’essenza

Dell’anima comune –

Lidia, in quell’attimo

L’amore è tanto che non lo so dire,

Anzi, se parlo, è dei prati che parlo

E duetta con me

Nel discorso l’amore.

Da Le poesie di Ricardo ReisFernando Pessoa



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