Acton su “Il giornale dell’arte”

da “Il giornale dell’arte” aprile 2009.

acton2Incipit. “Tutti affermavano di comune accordo che la pièce de résistance dello storico Palazzo Lapi era il cosiddetto refettorio. Cassoni da corredo quattrocenteschi adorni di scene mitologiche, opere di artisti toscani i cui nomi sono noti soltanto a pochi eruditi come Sir John Pope Hennessy, fiancheggiavano la parte inferiore dei muri; e li sovrastavano antiche tavole in tempera e oro in un sottile crescendo di colore convergente verso una raffigurazione dell’Ultima Cena d’un fervido discepolo di Giotto. Vasi di maiolica dello stesso periodo luccidavano sulle credenze a intagli di quercia e noce, pezzi di museo dal primo all’ultimo. Martin Wilmer aveva dedicato decenni di puntigliosa selezione e ripudio alla sistemazione di quella stanza, e ottenuto un risultato che era sontuoso e nondimeno austero. Egli si sentiva sicuro di avere raggiunto la perfezione estetica entro quel recinto claustrale. Nulla vi sarebbe potuto aggiungere o togliere senza sciuparne l’armonia. […] Martin ebbe quindi uno shock quando l’amico professore Otto Pfister lo informò che i muri di quella stanza erano stati affrescati dal Botticelli nel 1484…”

Harold Acton. Il Botticelli fantasma e altri racconti. Passigli Editori, 2009.