Andreï Makine su Repubblica

L’amore del pilota Jaques al tempo di Stalingrado.

Andreï Makine viene dalla Siberia del nord. A vent’anni, nel 1987, arriva a Parigi e fatica a trovare la sua strada, costretto a dormire al cimitero di Père Lachaise. Vuole fare lo scrittore ma gli editori non lo prendono sul serio perché scrive in francese. Ci riuscirà, spacciando i suoi romanzi come traduzioni dal russo. Con il Testamento Francese nel 1995 vince i premi Goncourt e Médicis. Segue Requiem per l’Est e adesso La terra e il cielo di Jaques Dorme, che chiude la trilogia franco-russa. Ecco la storia: Stalingrado, 1942, il pilota francese Jaques Dorme, in missione per l’aviazione sovietica, si innamora di Alexandra, con cui vivrà un amore passionale e breve. La sua storia è raccontata da un ragazzino che nell’infanzia ha conosciuto Alexandra e compie un pellegrinaggio nei ghiacci siberiani alla ricerca del relitto dell’aereo di Dorme.

Perché ha scelto di scrivere in francese?
Vivo in Francia e mi sembrava logico. C’è una lingua con cui parliamo e una con cui inventiamo, che non ha niente a che vedere con la prima, è un altro universo, è un linguaggio poetico comune a tutti.

Ma fino a che punto lei rimane russo?
Quando penso e vivo nello spazio, quando penso alla morte, all’amore, a queste grandi emozioni metafisiche la mia natura russa si rivela. Mi esprimo in francese ma gli interrogativi metafisici sono influenzati dal mio spirito e dalla mia mentalità russa.

Lei ha detto: “i miei libri sono una parte di me e del mio Super-Io.” Perché è tanto importante il vissuto?
Perché permette l’immaginazione ricca e ordinata. Ci sono due tipi di immaginazione, la prima fantastica e arbitraria, la seconda poetica, sempre molto ordinata anche se apparentemente anarchica. Il vissuto ci organizza, ci dà la scintilla di verità da cui parte l’immaginazione. Flaubert diceva: “Lo scrittore deve essere nella sua opera come Dio nella natura, da nessuna parte e ovunque. Ciascuna virgola è la nostra anima in un’opera.”

Brunella Schisa. Il Venerdì di Repubblica. 4-7-2008.