Claudio Rodríguez, Il volo della celebrazione – Carteggi Letterari, 16 aprile 2020, di Lorenzo Mari
[…] Del resto, il maestro di Rodríguez, Vicente Aleixandre – al cane di quest’ultimo, Sirio, è dedicato un testo, nel “Volo”, che è anche un’invettiva contro i “cattivi poeti”, in quanto traditori culturali e politici – aveva descritto il giovane poeta di Zamora come “pieno di purezza e di umanità”, e ancora, “sano nell’anima e pieno di cuore”. E questi sono i valori che la scrittura di Rodríguez espone di continuo, cercando di aderirvi senza che questo dia luogo a una moralistica sovrapposizione sulla realtà o sulla parola poetica: se, ad esempio, in molti passaggi sembra affiorare una sorta di poetica del fanciullino di pascoliana memoria, questa non implica una volontà di rinominazione nuovamente adamitica del mondo, sfociando piuttosto nella ricerca di quella “musica silenziosa” che dà il titolo a uno dei componimenti fondamentali del libro (“Música callada”, “Musica silenziosa”) e che Taravacci, nell’introduzione, descrive giustamente nei termini di una rivelazione aurorale, non ancora contaminata dalla storia. […]
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