I casi del dottor Bürger

Hans Carossa

La Grande Biblioteca

A cura di Leone Traverso e prefazione di Alighiero Chiusano

Anno :1993

Pagine :126

Prezzo :9,30€

ISBN :978-88-368-0461-0





Il libro:
Quando questa opera apparve per la prima volta, nel 1913, in pochi ne avvertirono l'importanza: fra questi, però, lettori autorevoli come Hofmannsthal, Stefan George, Rilke. È, per usare una formula di Bonaventura Tecchi, che a Hans Carossa dedicò un lungo studio, l'opera dell'«idealismo eccessivo», soccombente a contatto con i miserevoli casi della vita; ed è l'opera, per dirla con Traverso, del «primo contatto con la morte», che il protagonista arriva a sospirare "per sgravarsi dalle responsabilità dell'esistenza, come una sorta di nirvana". Un'opera prima che resta, al tempo stesso, come una delle più perfette ed artisticamente risolte dello scrittore; un'opera di "straordinaria, sofferta modernità", come scriveva Italo Alighiero Chiusano nella prefazione che accompagna la nostra edizione. E se anche in quest'opera la tendenza autobiografica pare costringere la narrazione ad una sorta di mancanza di invenzione, lamentata da alcuni critici, ci pare giusto replicare con quanto scriveva Stefan Zweig: "Non gli rimproverate questa povertà cretrice, perché Hans Carossa fa, per così dire, della poesia per essenze".

L'autore:
Hans Carossa (1878-1956), figlio di un medico di lontana origine italiana, era medico a sua volta, come lo furono altri importanti scrittori della letteratura tedesca di questo secolo. Diversamente da altri però, la professione medica per Carossa rimase la principale fonte di ispirazione per le proprie opere, molte delle quali, del resto, di carattere autobiografico: da Il medico Gion a La giornata di un giovane medico, che chiude la parabola creativa iniziata appunto con il romanzo che qui pubblichiamo, I casi del dottor Bürger, nella traduzione di uno dei maggiori traduttori del nostro secolo, Leone Traverso.

Il brano:

«30 luglio 1908Sono ancora ossesso da quella contadina del pomeriggio. Come entrò esitante nelle sue gale domenicali, gialla e smagrita e chiese con voce roca una visita ai polmoni! Il polso le correva a gara col respiro, e subito sopra il cuore le ho trovato una caverna ampia e fonda. Non c'è dubbio, ha solo più poche settimane da vivere. […]»