Il flauto di vertebre

Prime poesie, 1912-1916 (3a edizione)

Vladimir Majakovskij

Passigli Poesia

a cura di Bruno Carnevali

Anno :2007

Pagine :176

Prezzo :12,50€

ISBN :978-88-368-1080-2



Il libro:
«Amavo profondamente le prime poesie di Majakovskij. Sullo sfondo delle pagliacciate dell’epoca la sua serietà grave, severa, dolente, era così insolita! Era una poesia magistralmente scolpita, altera, demoniaca e al tempo stesso terribilmente condannata, agonizzante, quasi implorante soccorso…»
Boris Pasternak

L'autore:
Vladimir Majakovskij nacque in Georgia il 7 luglio 1893. Dopo la precoce e improvvisa scomparsa del padre, la famiglia si trasferì a Mosca, dove Majakovskij continuò il ginnasio fino al 1908, quando interruppe gli studi per dedicarsi al lavoro politico clandestino, che gli valse per tre volte l’arresto. Nel 1911 si iscrisse all’Istituto di pittura, scultura e architettura, ove fece conoscenza di David Burljúk, che contribuì a indirizzarne il talento artistico verso la poesia.
Partecipò fin dagli inizi al movimento futurista, e coi futuristi fece fra il 1913 e il 1914 una tournée nella Russia meridionale. All’indomani della prima guerra mondiale, accolse con entusiasmo la rivoluzione, lavorando poi con grande impegno alla agenzie telegrafica russa.
La popolarità di Majakovskij divenne sempre più grande, e la sua poesia andò a legarsi sempre più indissolubilmente con la tragica grandezza degli anni della rivoluzione, quella stessa rivoluzione che doveva spezzar via velocemente tante speranze e nella quale era destinata a perdersi la sua stessa poesia.
Fallito il tentativo di far riconoscere il futurismo come letteratura ufficiale della rivoluzione, liquidate le sue riviste «Lef» e «Nuova Lef», Majakovskij entrò a far parte degli scrittori ortodossi e, all’inizio del 1930, organizzò al Club degli scrittori una mostra riassuntiva dei suoi vent’anni di lavoro letterario. Si uccise il 14 aprile di quello stesso anno, con un colpo di rivoltella.
La Passigli Editori ha pubblicato il racconto del suo viaggio nel Nuovo mondo La mia scoperta dell'America e Di questo.

Il brano:

«A voi tutte,
che piacete o siete piaciute,
che icone custodite nell’antro dell’anima,
come coppa di vino in un brindisi,
levo il cranio ricolmo di canti.

Sempre più spesso mi chiedo
se non sia meglio mettere il punto
d’un proiettile alla mia sorte.
Oggi darò,
in ogni caso,
un concerto d’addio.»
dal Prologo