Storia del Pci: l’ultimo scritto di Palmiro Togliatti sul futuro del comunismo
Nell’estate del 1964 Palmiro Togliatti, storico segretario del Partito Comunista Italiano (PCI), scrisse un testo politico di notevole importanza: il Memoriale di Yalta.
Per ripercorrere la complessa storia del comunismo italiano, abbiamo quindi recuperato e pubblicato il documento nella collana Strumenti Passigli.
Il libro, arricchito dalla prefazione di Achille Occhetto, ultimo segretario del Partito Comunista Italiano, si snoda con cautela, e una certa abilità, attraverso la tortuosa teorizzazione delle vie nazionali al socialismo, passando per la critica implicita al ruolo dell’Unione Sovietica e approdando, infine, alla prima rivendicazione dell’autonomia del PCI; più di vent’anni prima del crollo dell’URSS.
Approfondiamo insieme!
Il memoriale di Yalta nella storia del comunismo
Il memoriale di Yalta, come anticipato, è stato scritto da Palmiro Togliatti, durante una visita in URSS a Jalta, in Crimea, nel 1964, e resta, ancora oggi, un documento di straordinaria importanza nella storia del movimento comunista internazionale, così come nella storia del PCI.
Nei suoi ultimi giorni di vita, prima di morire in seguito a un ictus e a una emorragia cerebrale, Togliatti – da tempo malato – preparò infatti alcune pagine in vista di un incontro con l’allora segretario del Comitato Centrale del PCUS, Nikita Chruščëv (un incontro mai avvenuto, poi, proprio per la prematura scomparsa di Togliatti) e per la sostituzione di Chruščëv con Brežnev.
Il Memoriale del 1964, anche per onorare la memoria di Togliatti, fu pubblicato prima su «Rinascita», la rivista teorica di riferimento del comunismo italiano, e poi anche dalla «Pravda», l’organo di stampa del Partito comunista dell’Unione Sovietica. Ebbe quindi un impatto significativo sia a livello nazionale che internazionale e contribuì, sul momento, a stimolare il dibattito interno ai partiti comunisti di tutto il mondo, segnando quantomeno la storia del PCI.
Sebbene non tutti i partiti comunisti abbiano poi accolto le proposte di Togliatti, il documento anticipò molte delle riflessioni degli anni successivi – come il rapporto tra comunismo mondiale e democrazie occidentali – e diede un contributo teorico nient’affatto marginale in un periodo di grande tensione ideologica.
Il Memoriale di Yalta nella storia del PCI
Nel 1964, infatti, tutto il mondo comunista, nel contesto della guerra fredda tra USA e URSS, era caratterizzato da profonde divisioni e molteplici perplessità in relazione alle scelte da compiere per il prossimo futuro.
L’Unione Sovietica, sotto la leadership di Chruščëv, stava cercando di riformare, pur tra mille difficoltà e altrettante ambiguità, l’intero sistema sovietivo attraverso la “destalinizzazione”, promuovendo un certo grado di apertura economica e politica.
Tuttavia, queste riforme avevano anche causato tensioni con altri paesi comunisti, e in particolare con la Cina di Mao Tse-tung, la quale accusava l’URSS, in sostanza, di revisionismo, se non proprio di tradimento dei principi marxisti-leninisti.
In questo quadro, essendo una delle figure più rispettate del movimento comunista internazionale, Togliatti si propose di offrire una visione strategica per superare le divisioni interne e rafforzare il movimento comunista globale.
Quel documento, però, letto anche in chiave nazionale, cercò anche di rispondere a domande pregnanti – ad esempio, che cos’è il PCI? E cosa vuol dire essere comunisti? – per indicare una traiettoria precisa nell’avvenire dei comunisti italiani.
Il comunismo nel XX secolo, secondo Togliatti
Il Memoriale di Togliatti, scritto durante il suo soggiorno in Crimea, fu anche il risultato di una profonda analisi sulle sfide e sulle opportunità di fronte al comunismo in Italia e nel mondo.
Togliatti sollevò diverse questioni, nel suo scritto:
- La critica al dogmatismo in favore di un approccio pragmatico e flessibile che tenesse conto delle diverse realtà nazionali;
- L’idea di un movimento comunista internazionale unito ma diversificato, in cui adattare il marxismo alle specifiche condizioni dei singoli paesi;
- L’importanza della cooperazione tra i vari partiti comunisti, inclusi quelli dell’Unione Sovietica e della Cina, per superare le divisioni;
- La necessità di riforme economiche e sociali che migliorassero la vita dei lavoratori, senza abbandonare i principi fondamentali del comunismo;
- I rapporti del comunismo internazionale col movimento dei paesi coloniali ed ex coloniali, in supporto delle richieste di autodeterminazione;
- Il ruolo del PCI come mediatore di prima istanza, in grado di dialogare sia con i partiti comunisti ortodossi sia con quelli più critici verso l’URSS.
Anche per questo, e pur con evidenti limiti, il Memoriale di Togliatti del 1964 fu di straordinaria importanza nella storia del movimento comunista internazionale, così come nella storia del PCI.
Un saggio per riscoprire Togliatti e il PCI
Il Memoriale di Yalta del 1964 rimane dunque un documento rilevante nella storia del comunismo internazionale e nazionale.
Le sue riflessioni dimostrano la capacità di Togliatti di analizzare criticamente il contesto nazionale e globale, anche se poi molte delle sue intuizioni non approdarono a risultati concreti e il distacco del PCI dall’URSS – fino al biennio cruciale del 1989/1991 – fu piuttosto lento e graduale, e molto problematico.
Rileggere oggi queste pagine alla luce dei tanti avvenimenti successivi (tra i quali l’impensabile – allora – crollo dell’Unione Sovietica) significa ripercorrere uno dei processi politici più importanti dell’Italia del dopoguerra.
Ci è sembrato quindi utile inserire questo libro nella collana Strumenti Passigli, un agile iniziativa che si propone, anche attraverso l’approfondimento storico, di fornire una guida per la comprensione di alcuni tra i maggiori problemi del nostro tempo.