Il sacco d’oro di Mark Twain
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Il sacco d’oro di Mark Twain
Ricordato il mese scorso da un francobollo statunitense, lo scrittore è stato ripreso da Passigli con un racconto che parte da una misteriosa lettera…
Dimenticato l’anno scorso nel centenario dalla scomparsa, il suo Paese natale, gli Usa, il 25 giugno hanno ricordato con un “Forever” da 44 centesimi Samuel Langhorne Clemens. Che tutti conoscono come Mark Twain. Autore, per esempio, dei romanzi “Le avventure di Tom Sawyer” e “Le avventure di Huckleberry Finn”.
Meno noto è “L’uomo che corruppe Hadleyburg”, che Passigli editori ha proposto nella traduzione, organizzata in 96 pagine, di Daniela Sandid a 8,50 euro. Si presenta postale già dalla copertina, la quale richiama l’olio su tela del 1888 “Mr. Hulings’ rack picture”, dovuto a William Michael Harnett.
Il racconto, apparso per la prima volta nel 1899, ruota attorno ad una cittadina, appunto Hadleyburg, famosa per la sua sbandierata onestà. Il centro si vede messo alla prova da un lascito di quarantamila dollari che paiono piovuti dal cielo, o meglio da un donatore sconosciuto per un destinatario altrettanto sconosciuto e da scovare. Sarà una beffa maligna, ma che servirà a svelare il terreno fecondo di ipocrisia su cui è cresciuta la nomea puritana inerente la comunità. Ad uno ad uno tutti i notabili del luogo si lasciano tentare, e per di più accusandosi l’un l’altro o tacitando la propria coscienza in veri e propri esercizi di oblio volontario. La tanto decantata onestà non era che una tenue, precaria e fittizia rispettabilità sociale, quella sì difesa strenuamente, Come sempre, nella grande arte umoristica di Mark Twain il comico era già nelle cose, bastava solo iniziare a guardarle…
In realtà -scrisse Italo Calvino a proposito del romanzo- “non è un dono, bensì una vendetta e una beffa per smascherare quei campioni di rigorismo in altrettanti ipocriti e bricconi. La beffa ha per strumento un sacco, una lettera in busta da aprirsi subito, una lettera in busta da aprirsi successivamente, più diciannove lettere uguali mandate per posta, più vari poscritti e altre missive (i testi epistolari hanno sempre una parte di rilievo negli intrecci di Mark Twain) che tutte vertono intorno a una frase misteriosa, vera e propria parola magica: a chi la conosce toccherà il sacco d’oro…”.