Immagini e ombre

Aspetti di una vita

Iris Origo

Biblioteca Passigli

prefazione di Sergio Romano, traduzione di Grazia Lanzillo

Anno :2023

Pagine :320

Prezzo :22,00€

ISBN :9788836819799

Pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1970, "Immagini e ombre" offre più piani di lettura. Il libro può infatti essere letto come un memoir di una infanzia agiata tra la vecchia New York dei nonni paterni, evocativa dell’atmosfera descritta nella "Età dell’innocenza" di Edith Wharton, e la grande villa di campagna dei nonni materni, esponenti dell’aristocrazia anglo-irlandese. Ma l’opera può essere letta anche come la scoperta da parte della giovane Iris della Firenze cosmopolita e intellettuale dei primi del Novecento, negli anni in cui con la madre Sybil si era trasferita a Villa Medici, a Fiesole, e dell’Italia povera e arretrata della Val d’Orcia, dove nel 1924, dopo il matrimonio con il Marchese Antonio Origo, andò a vivere nella tenuta de “La Foce”, che a prezzo di un ingente investimento finanziario e umano divenne modello di sviluppo economico e riscatto sociale. Infine, è un’ulteriore prova di quell’impegno politico e sociale che Iris Origo manterrà intatti anche nei duri anni della Seconda guerra mondiale, offrendo rifugio dapprima a bambini sfollati del Nord Italia e, successivamente, a partigiani e prigionieri di guerra alleati, un impegno che testimonierà ulteriormente nei suoi diari "Un brivido nell’aria" e "Guerra in Val d’Orcia", che l’hanno resa giustamente celebre. Tra tutti i suoi scritti, "Immagini e ombre" è comunque l’opera che maggiormente rivela le sue indubbie doti di grande scrittrice.

 

Dopo una infanzia trascorsa tra Inghilterra, Irlanda, Stati Uniti e in Italia a Fiesole a Villa Medici, Iris Origo (Birdlip, Inghilterra, 1902 – La Foce, 1988), erede di grandi filantropi americani e di una famiglia dell’aristocrazia anglo-irlandese, scelse di vivere tra Roma e la Val d’Orcia. Forse nessuno meglio di Iris Origo impersona il legame che ha sempre unito un certo mondo anglosassone all’Italia. Tutta la sua opera letteraria ne è testimonianza: da "Il mercante di Prato" alle biografie dedicate a Leopardi e al soggiorno italiano di Byron, sino alle opere autobiografiche che ne hanno consolidato la fama: i diari di "Un brivido nell’aria" e di "Guerra in Val d’Orcia", e soprattutto "Immagini e ombre", dedicato a quel particolare mondo anglosassone di cui è stato testimonianza anche il suo impegno a fianco del marito, il Marchese Antonio Origo, per la trasformazione economica e l’elevazione sociale della Val d’Orcia, cui entrambi si dedicarono per mezzo secolo recuperando la loro residenza, “La Foce”, e tutta la valle da uno stato di secolare abbandono.