In mani fidate
Poesie 1981-2020
Evgenij Solonovič
Russia poetica
«Come altri, in una tradizione riconoscibile, anche Evgenij Michajlovič Solonovič potrebbe dichiarare la propria Musa modesta, priva di enfasi, familiare quasi, di certo ostile ai sovrattoni. Eppure, dal maggiore fra i traduttori russi di letteratura e soprattutto di poesia italiana, sarebbe plausibile attendersi citazioni, incursioni nel territorio della nostra cultura (…) Nulla di questo traspare né affatica la poesia meditativa e insieme colloquiale di un tardivo esordiente, che ha quasi atteso di esaurire il proprio debito con la letteratura italiana, per scrivere ora parole proprie sul mondo, su ciò che abbiamo intorno e su ciò di cui la vita ha lasciato tracce (…) La sobria poesia di Evgenij Solonovič ha il disincanto dell’età, del tempo vissuto, solcata a tratti dal secco lampeggiare che è stato di certa poesia montaliana, così prossima al suo “traduttore giurato”, “goffo scassinatore di metafore”, screziata da locuzioni familiari, proverbi, prosaismi, allusioni rapidissime alla tradizione letteraria russa…»
Dalla prefazione di Caterina Graziadei
Nato in Crimea nel 1933, Evgenij Solonovič vive a Mosca ed è il maggior italianista russo. A lui si deve la traduzione di molta parte della poesia italiana, dove spiccano i nomi di Dante, Petrarca, Ariosto, fino ai moderni e contemporanei, da Ungaretti a Caproni, da Montale a Luzi, dalla Spaziani a Zanzotto. Commendatore dell’Ordine “Stella della solidarietà italiana”, vincitore di numerosi premi letterari in Russia e in Italia, insignito di due lauree honoris causa per la traduzione letteraria, a Siena e a Roma (“La Sapienza”), ha formato generazioni di traduttori e la sua casa moscovita è stata e rimane il centro di un fervido scambio tra poeti, traduttori e allievi. Come poeta in proprio, ha pubblicato le raccolte "Fra ieri e oggi" ("Meždu nyn če i kogda-to", 2018) e "In questo mondo" ("Po ėtu storonu", 2020).