L’uomo dal ventre di piombo

Jean-François Parot

Passigli Narrativa

Traduzione e note di Maurizio Ferrara

Anno :2004

Pagine :280

Prezzo :11,90€

ISBN :978-88-368-1408-5

 

Il libro:
Dopo il successo di Morte in maschera, la Passigli Editori presenta il secondo episodio delle inchieste di Nicolas Le Floch, commissario di polizia nella Parigi di fine Settecento. Una nuova avvincente avventura del giovane commissario dello Châtelet, in cui l’autore ricostruisce con scrupolosa attenzione la Parigi settecentesca di Luigi XV, dei suoi fasti e delle sue contraddizioni.

Il commissario Nicolas Le Floch è incaricato dal signor di Sartine, luogotenente generale di polizia, e dalla corte di indagare su un affare molto delicato e complicato, e che richiede la massima discrezione: la misteriosa morte del figlio di un cortigiano prossimo al Delfino a al partito ‘devoto’.
Perché i genitori del defunto sostengono la tesi del suicidio quando il loro figlio non ha mai manifestato desideri di morte? Perché il fratello minore del defunto è scomparso? E chi è veramente la sua misteriosa fidanzata?
Nicolas si trova molto presto a dover condurre le sue indagini a Parigi, e soprattutto a Versailles, nella cerchia della famiglia reale e della favorita Madame de Pompadour.

L'autore:
Jean-François Parot, già console di Francia a Saigon ed ora numero 2 dell’ambasciata francese a Tunisi, è uno degli scrittore-rivelazione degli ultimi ani nell’ambito del genere poliziesco in Francia.
Grande attenzione e successo di pubblico hanno incontrato i suoi romanzi, tutti con uno stesso protagonista, il commissario Nicolas Le Floch, ed una stessa ambientazione storica, ricostruita nel modo più minuzioso: l’affascinante Francia dell’epoca dell’Illuminismo.
La Passigli Editori ha pubblicato tutti e cinque i romanzi della serie: Morte in maschera (2003), Il delitto di Palazzo Saint Florentin (2006), Il fantasma della Rue Royale (2005) e Pane e sangue (2010).

Il brano:

«Nicolas provava sempre un piacere immutato quando entrava nel tempio della musica. Tutti si riconoscevano e si salutavano. Ci s'informava della rappresentazione e, in quel tempo di guerra incerta, le notizie, vere o false, erano commentate con passione.»