La ballata del carcere di Reading
Con uno scritto di Hugo von Hofmannsthal
Oscar Wilde
Passigli Poesia
Il libro:
Il presente volume propone uno dei capolavori di Oscar Wilde, La ballata del carcere di Reading (1898, qui nella nuova traduzione di Federico Mazzocchi), e che rappresenta in qualche modo il corrispettivo poetico del celebre De Profundis (1895). Ma il fascino di questo capolavoro in versi non sta soltanto nel soggetto – il tempo lento e tragico dei lunghi giorni di prigionia –; la forma infatti ripropone uno dei generi più tipici e originali della poesia di lingua inglese, la ‘ballata’, e certamente deve non poco all’influenza di quel capolavoro assoluto che furono le Rime del vecchio marinaio di Coleridge. Ed è senz'altro vero quanto sosteneva Richard Ellmann, forse il massimo biografo di Oscar Wilde, a proposito di questa ballata, e cioè che "una volta letta, non si dimentica più". Tra fama e scandalo, tra arte e vita, si compiva così il destino di una delle più importanti figure della letteratura di fine Ottocento.
A integrazione del presente volume, abbiamo voluto aggiungere uno scritto inedito in italiano di Hugo von Hofmannsthal dal titolo Sebastian Melmoth (nella traduzione di Vittoria Schweizer), un breve saggio di straordinaria acutezza in cui il grande scrittore austriaco si interroga sulle diverse facce di Oscar Wilde: “L’essere di Wilde e il destino di Wilde sono la stessa identica cosa. Egli si è diretto verso la sua catastrofe con gli stessi passi di Edipo, il veggente cieco. L’esteta era tragico. Il damerino era tragico. Si dice: 'Era un esteta e poi si è trovato in balìa di funeste complicazioni…'. Con ciò non è detto niente. Un esteta è per natura pieno di morigeratezza. Oscar Wilde invece era pieno di lussuria, pieno di tragica lussuria… ”.