La canarina assassinata

S. S. Van Dine
Passigli Narrativa
L’evoluzione del gusto letterario e una minore rigidità nella distinzione dei generi letterari ha fatto sì che negli ultimi anni si siano giustamente rivalutati alcuni grandi scrittori di thrillers del passato. Così è successo con Erlie Stanley Gardner, il creatore di Perry Mason, ampiamente riproposto con grande successo nel catalogo Mondadori, con Raymond Chandler, con Rex Stout e con Dashiell Hammet, addirittura titolare di un Meridiano Mondadori.
Tra i personaggi della grande letteratura thriller degli anni Trenta, Philo Vance, con il Nero Wolfe di Rex Stout, è certamente tra i più conosciuti e tra i più letterariamente significativi: detective intellettuale, esteta, studioso di psicologia e cultore d’arte, Philo Vance è modellato sul concetto nicciano del ‘superuomo’, che SS Van Dine (pseudonimo di Willard Huntington Wright) conosceva benissimo per essere un esperto della filosofia di Friedrich Nietzsche (sua la voce riguardante il filosofo tedesco nella Enciclopedia Britannica).
Ma un’origine così intellettuale del personaggio, se da una parte costituisce una base letterariamente solida, non impedisce dall’altra il pieno dispiegamento delle migliori caratteristiche del thriller: azione, colpi di scena, indagini dettate da fiuto e intelligenza e, infine, ma elemento importante, la straordinaria ambientazione nella favolosa New York degli anni Trenta.
Secondo dei romanzi di Philo Vance, La canarina assassinata è probabilmente il migliore della serie. Philo Vance entra in scena quasi per caso, chiamato dal suo amico Procuratore Distrettuale Markham a risolvere il mistero apparentemente insolubile, del quale la polizia non riesce a venire a capo, dell’assassinio di una stella di Hollywood, Margaret Odell.