La commedia borghese
Irène Némirovsky
Le Occasioni
Parte della raccolta Films parlées del 1934 in bilico tra racconto e sceneggiatura, che anticipa i luoghi di narrazione favoriti dalla grande scrittrice e mette in scena l'immagine di una borghesia provinciale, fasulla e morigerata, La commedia borghese (1932) è la storia di Madeleine: il ciclo tutto borghese di un percorso canonico tra tappe (fidanzamento-matrimonio-maternità senilità) disseminate di tradimenti e ipocrisie, nelle quali la donna assume il duplice ruolo di vittima e complice, e mostrando desideri, rimpianti, frustrazioni e rassegnazione all'interno di una vita coniugale.
La carrellata che introduce il lettore nella dimora di provincia, il montaggio parallelo e l'abile serie di sequenze, l'alternarsi di dissolvenze incrociate, i flash-back, i campi e controcampi, l'aridità delle descrizioni, lo studio sociale e la raffinatezza psicologica ci danno la prova di quanto il cinema abbia sempre esercitato una forte influenza sul modo di raccontare della Nèmirovsky e un'ennesima prova del talento narrativo della grande scrittrice francese.
“Ho sempre pensato che il cinema sia imparentato soprattutto con il racconto, che questi due generi abbiano delle leggi simili. Il romanzo usa digressioni e riflessioni; si può permettere di dilungarsi e, in alcuni casi, deve farlo. Il cinema e il racconto esigono sobrietà, i dialoghi non possono essere eccessivi. La loro maggiore preoccupazione è di spiegarsi completamente, in spazi brevi”.