La malinconia delle balene
Daniele Cavicchia
Passigli Poesia
Il libro:
«L’esatta fermezza della scrittura, appena un po’ delirante, ma inoppugnabile nel suo proprio ordine, mi ha convinto per prima. Sentivo insomma che mi trovavo di fronte a un artefatto conchiuso appunto nella sua arte: nello stesso tempo avvertivo che non era protervo né riposava nella propria sdegnosa consistenza ma vibrava internamente, come una macchina in moto.
Ho evocato, avendoli risvegliati da un lungo letargo, poemi in prosa in più o meno gloriosa ascendenza che mi aiutassero nella definizione: non tanto quelli romantici e ottocenteschi quanto i più moderni da Campana e dai surrealisti in poi; ma il loro possibile modello ha funzionato molto poco, e se mai, superficialmente.
Si trattava infatti di entrare all’interno di questa scrittura. Era qui il vero problema. E questa scrittura voleva affermarsi invece proprio come enigmatica, enigmatica essendo non la modalità ma l’essenza. L’inseguimento e la fuga, la caccia, la schermaglia e l’eclissamento di chi da chi? restano nell’aria di questo dopo-diluvio come incognita assillante: e l’effetto di tipo magico e fascinatorio si perderebbe se decodificassimo i simboli e li sottraessimo al grado di incandescenza al quale li ha portati la scrittura.
L’inafferrabilità è il proprio della Beatrice dalle sporadiche epifanie almeno quanto lo è la sapienza, inservibile in questo mondo, mi par di capire, se non a inquietare e a mettere in incredibili allarmi il suo ‘alunno’.
Daniele Cavicchia è noto d’altra parte per la sua visionarietà e immaginazione biblica che gli hanno ispirato alcune singolari raccolte poetiche quali Alle porte di Enaim e Un dio per Saul.
Ciò che noi chiamiamo allegoria ma nella Bibbia è invece visione e logos, è il suo elemento. Ma c’è, di nuovo, il tormentoso di una sensibilità acuita dai nostri mali, dalle nostre aspettative.»
Mario Luzi
L'autore:
Daniele Cavicchia è nato nel 1948 a Montesilvano (Pescara), dove risiede. Per la poesia ha pubblicato: Liriche (1969), Per i sentieri di Sion (1973), Alle porte di Enaim (1982), Altri sogni (1988), Un dio per Saul (1989), Il manichino (1993), I dialoghi del paziente (1998), Il custode distratto (2002). Per la narrativa: Celeste (2003).
Sue poesie sono state tradotte in ebraico, giapponese, inglese e russo.
Il brano:
«Oggi corro libero per le strade della grande valle, sicuro di non incontrarti. Ammiro le cime stagliate dalla luce e i teneri germogli bagnati dai rivoli serpeggianti. Sarai altrove, ma è qui la tua immagine: natura che si rinnova con il sole e con le tenebre, rincorsa come sei da mille folletti ansiosi di giocare con i tuoi capelli scuri…»
da VII Quadro